Wagner Moura dopo Narcos ha debuttato come regista di un progetto controverso, che gli sta riservando molte critiche ma anche grandi soddisfazioni.
L’iconico interprete di Pablo Escobar nelle prime due stagioni della serie Netflix, che tornerà entro l’anno con la quarta stagione dal cast completamente rinnovato, è rapidamente uscito da quel ruolo ingombrante per calarsi in altri panni. Nello specifico, quelli di regista.
L’attore brasiliano sta girando un biopic su Carlos Marighella, il deputato del Partito Comunista Brasiliano, rivoluzionario e terrorista che si è battuto contro dittatura militare in Brasile negli anni Sessanta.
Wagner Moura dopo Narcos è dunque alla sua opera prima da regista, con un film dal budget di 10 milioni di dollari e una storia importante e divisiva tra le mani. “Sono pronto ad essere odiato dalla destra e criticato dalla sinistra (…) Voglio un film che diffonda la sua storia e racconti un esempio di resistenza, specialmente per i giovani di colore” ha dichiarato l’ex volto di Escobar in merito al suo film, che già in fase di riprese ha acceso il dibattito pubblico in patria e polarizzato le posizioni. Basti pensare che gruppi di militanti di destra hanno minacciato sui social di invadere il set delle riprese come atto di protesta: “Ma il bello di quello che è successo è che 15 giovani del fronte antifascista sono venuti a proteggerci, questo è il momento peggiore e il momento migliore per fare un film su Marighella” ha raccontato l’attore alla testata Folha de S. Paulo.
Ma il film di Wagner Moura dedicato alla vita del fondatore del movimento Ação Libertadora Nacional e autore del celebre Piccolo manuale della guerriglia urbana non è destinato solo al grande schermo.
Dopo il rilascio nelle sale il progetto è diventerà una serie tv di quattro episodi per l’emittente Rede Globo, in onda il prossimo anno. E chissà che Netflix non decida di acquistarne i diritti per divulgarla nel resto del mondo sulla sua piattaforma.
Il film non racconta la realtà assolutamente:
Per cominciare, Marighella non aveva la pelle nera e non è mai stato un eroe o un simbolo del multiculturalismo del Brasile, ma un assassino.
Su “Piccolo Manuale della guerriglia urbana” NON si trova la parola “DEMOCRAZIA”, ma tratta l’assassinato como un’arte.
E’ la stessa cosa di far Ozama Bin Laden un eroi.
D’accordo con l’orientazione politica di Wagner Moura, Cesare Batisti è un scrittore rivoluzionario democratico.
I Brasiliani sanno la verità e non mandano giù la finzione realizzata con soldi pubblico per lodare un terrorista e assassino spietato. Questo film sarà un vero fallimento in Brasile.