Nell’affollato panorama dei medical drama, la serie tv The Resident è l’ultima aggiunta a questo genere televisivo. Le classiche storie d’ospedale, tra pazienti e dottori, vengono messe da parte in favore della rappresentazione della brutalità medica e le sue conseguenze. Ce ne accorgiamo dai primi, intensi, quattro minuti del pilot.
Randolph Bell è un dottore rinomato e stimato dai colleghi. Durante un intervento di routine uccide un suo paziente a causa di un errore umano e, invece di ammettere la realtà dei fatti, costringe la sua equipe medica a coprirlo. Brutale e senza giri di parole, la serie tv The Resident ci mette davanti a una dura verità di cui tristemente sentiamo spesso parlare nei telegiornali. Un incipit così ci fa capire che siamo di fronte a una serie tv lontana dalla patinata Seattle descritta in Grey’s Anatomy, e più vicina al crudo Dr. House.
Poi c’è Devon Pravesh (Manish Dayal), specializzando dai buoni propositi, che inizia il suo primo giorno di lavoro in ospedale sentendosi invincibile e convinto di avere ogni cosa sotto controllo. Quando viene affidato al bello e cinico Conrad Hawkins (Matt Czuchry), un dottore che si è fatto strada con i suoi metodi anticonvenzionali, Devon si rende conto che la vita ospedaliera non è esattamente come se l’era immaginata ed è pronto a mollare, chiedendo di essere affidato a un altro supervisore. È qui che interviene l’infermiera Nicolette “Nic” (Emily VanCamp), a cui illustra un paragone bellissimo: meglio avere a che fare con un meccanico gentile ma che non sa fare il suo lavoro, o attenersi a un arrogante ma che, alla fine dei conti, non fa morire la tua auto? Tanto per non far mancare il risvolto romantico, tra Conrad e Nic c’è stata una storia, finita forse malamente, ma si spera che le loro dinamiche verranno spiegate successivamente.
The Resident appare come una serie diretta e senza peli sulla lingua, che spiega la spietata macchina burocratica in maniera latente. Il problema è la scelta del cast non propriamente accattivante: nonostante la presenza di due nomi noti al pubblico delle serie tv, come Czuchry di Una mamma per amica e la VanCamp di Revenge, The Resident ha ancora molto da carburare e il timore è che si perda nell’etichetta di dark medical drama, senza cogliere la giusta occasione di denunciare come vorrebbe gli errori umani nelle sale d’ospedale.