La scadenza del 5 aprile è sempre più vicina, con il ritorno definitivo alla fatturazione mensile per gli operatori italiani in ambito Mobile, ma allo stesso tempo con questa svolta potrebbero giungere anche le temutissime rimodulazioni TIM, Vodafone, Wind e Tre. Ad oggi non possiamo dare nulla per scontato, anche se gli esperti del settore hanno pochi dubbi sull’arrivo dei rincari dovuto al mancato tredicesimo rinnovo dei clienti, al punto che di recente vi ho parlato già delle primissime contromisure preventive.
Perché ho deciso di tornare sull’argomento oggi 14 gennaio? Tutto nasce da alcuni rumors riportati da KeyForWeb, secondo cui il 5 aprile (termine ultimo per gli operatori affinché vengano ripristinate le fatturazioni mensili, dicendo addio una volta per tutte a quelle da 28 giorni) potrebbero non essere automatiche le rimodulazioni TIM, Vodafone, Wind e Tre. A tal proposito, però, è importante chiarire alcuni concetti anche per non farsi troppe illusioni.
Quanto emerso attraverso la fonte riportata in precedenza, infatti, potrebbe aver valore solo nella fase iniziale post scadenza del 5 aprile, in quanto gli operatori potrebbero necessitare di tempo per portare il doppio passaggio. Mi riferisco all’adeguamento dei sistemi informatici per ripristinare dapprima le fatturazioni mensili, quindi le eventuali rimodulazioni TIM, Vodafone, Wind e Tre. Senza contare che l’approccio potrebbe essere più soft, calendario alla mano, per evitare la reazione negativa del pubblico, oltre a quella delle autorità competenti chiamate a vigilare sulle mosse dei singoli operatori.
In ogni caso, al dì là della notizia odierna che resta ufficiosa, la sensazione è che vivremo una stagione primaverile estremamente calda sotto questo punto di vista. Nulla toglia, a mio modo di vedere, che ancor prima dell’estate possano arrivare le rimodulazioni TIM, Vodafone, Wind e Tre, anche per piani divenuti piuttosto popolari tra gli utenti in questi mesi. Non trovate anche voi?
Andatelo a dire alla Morani e Esposito del PD intestandosi la paternità della legge e che hanno cantato vittoria sapendo già in partenza di aver fatto una legge a mio avviso porcata senza modificare l’articolo 70 sulla legge del consumo tra l’altro suggerito da molte associazioni dei consumatori impedendo di fatto alle compagnie di fare rimodulazione a loro piacimento. Come al solito sono le leggi fatte in Italia facendo credere di stare dalla parte del cittadino ma in realtà come al solito sono a favore di altri