Anticipazioni su Narcos 4, trama e ambientazione della nuova stagione col cast rinnovato: arriva El Chapo

Dopo l'annuncio del nuovo cast ecco le prime anticipazioni su Narcos 4, parla lo showrunner: Newman racconta trama e ambientazione della nuova stagione

Narcos 4

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Con l’annuncio che Michael Peña e Diego Luna saranno i protagonisti della prossima stagione della serie Netflix, sono arrivate anche le prime anticipazioni su Narcos 4 direttamente dallo showrunner Eric Newman, che ne ha parlato in anteprima a The Hollywood Reporter in concomitanza con l’annuncio dell’avvio della produzione.

Stando alle prime anticipazioni su Narcos 4, la trama sarà ambientata a Città del Messico e tornerà indietro nel tempo per esplorare le origini del cartello di Guadalajara, il primo gruppo di trafficanti di droga messicani ad entrare in affari con i boss della Colombia nel commercio di cocaina. Anche se i ruoli di Peña e Luna non sono ancora stati rivelati, il trasferimento in Messico rappresenta certamente la conclusione della storia del protagonista Javier Pena, interpretato per tre stagioni da Pedro Pascal, che tuttavia sembra aperto all’idea di un potenziale ritorno in scena.

Al netto del radicale cambiamento rispetto alle prime tre stagioni girate in Colombia, nei veri luoghi della caccia agli uomini di Medellin e di Cali, la nuova ambientazione messicana sarà interessante perché permetterà di esplorare l’ascesa del temibile El Chapo, a sua volta protagonista di un’altra serie Netflix giunta alla terza stagione.

Eric Newman ne ha parlato a The Hollywood Reporter, fornendo piccole anticipazioni su Narcos 4 che attualmente è in fase di riprese in Messico.

Le origini del cartello di Guadalajara risalgono alla fine degli anni ’70 e agli inizi degli anni ’80, quindi Narcos tornerà indietro nel tempo. Le riprese sono già in corso e abbiamo girato i primi due episodi. Stiamo per iniziare a girare gli episodi tre e quattro. Stiamo girando dentro e intorno a Città del Messico così come in una serie di altre città in tutto il paese. L’autenticità è molto importante per noi, e per la stessa ragione per cui abbiamo dovuto fare le storie dei cartelli di Medellin e Cali in Colombia, abbiamo sentito che dovevamo girare la storia del cartello di Guadalajara in Messico.

Il truce omicidio del location manager Carlos Munoz, per quanto abbia scosso la produzione e spinto tutti a fare delle considerazioni sulle garanzie di sicurezza del lavoro in Messico, non ha mutato la natura del progetto.

Una terribile tragedia per tutti noi. C’erano ovviamente diverse ragioni. In primo luogo, il bilancio emotivo di perdere un membro della squadra, in particolare uno ben voluto e rispettato come Carlos, è stato molto pesante. Avevamo appena iniziato la pre-produzione quando è successo e quindi è stato un brusco risveglio e un inizio inquietante per le decine di membri dello staff che avevano iniziato il processo di trasferimento dello spettacolo. Ha scosso molte persone, francamente. Dovevamo certamente fermarci un attimo, piangere e poi valutare attentamente se potessimo procedere tranquillamente in Messico. Abbiamo commissionato numerose analisi di sicurezza e ci siamo incontrati con funzionari e forze dell’ordine messicane al più alto livello, e abbiamo concluso insieme che il crimine non aveva nulla a che fare con il lavoro di Carlos nello show. Non c’era alcuna minaccia specifica per Narcos. E, in effetti, è molto probabile che le persone che hanno ucciso Carlos non avessero idea di chi fosse o cosa stesse facendo lì. Era chiaramente un terribile esempio di ritrovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Ma ci ha costretto a valutare il nostro processo e il nostro protocollo per garantire il massimo livello di sicurezza per il nostro cast e la troupe. Le autorità messicane ci hanno assicurato che eravamo una priorità e che volevano fortemente che continuassimo a lavorare lì. Lo hanno visto come un evento isolato, e penso che tutte le persone coinvolte si siano rese conto che avremmo dovuto andare avanti. L’indagine sulla sua morte è ancora in corso e non posso davvero commentare ulteriormente.

Newman ha dichiarato di non aver mai subito minacce o pressioni dopo l’omicidio di Munoz, facendo riferimento anche alle esternazioni del fratello di Escobar arrivate subito dopo.

No. Mai. Nè prima, nè dopo. Ci sono state ovviamente persone che hanno cercato di attirare l’attenzione con le loro dichiarazioni sullo spettacolo. Queste persone hanno cercato di trarre vantaggio da una tragedia per cercare di aumentare il proprio tornaconto. Trovo sia irresponsabile e vergognoso. Nonostante questo, non c’è mai stata una minaccia, credibile o meno, rivolta allo spettacolo, in Colombia o in Messico. I molti membri messicani del nostro cast e della troupe ci hanno detto che non sono preoccupati per la sicurezza. Diego Luna è uno degli attori più amati in Messico e il nostro cast ha una serie di altri attori messicani di alto profilo e nessuno ha espresso preoccupazione.

D’altronde la scelta di spostare la produzione e dunque l’ambientazione di Netflix in Messico era già stata fatta da tempo.

Sapevamo da sempre che alla fine saremmo arrivati ​​in Messico. Un team chiave composto da me e dai ragazzi di cui mi fido e con cui lavoro a stretto contatto – (il regista) Andi Baiz, (i co-autori Carlo Bernard e Doug Miro) – hanno discusso su come migliorare la transizione in Messico già nella seconda stagione. Abbiamo deciso di occuparci del cartello di Guadalajara perché rappresenta l’inizio del moderno commercio di droga messicano. Ha senso iniziare da lì.

E anche l’addio di Pedro Pascal era già previsto, nonostante la scena finale della terza stagione in cui il suo personaggio osserva rapito i trafficanti di droga al confine col Messico.

Era una parte del piano già nella seconda stagione. La trama doveva sempre terminare la storia colombiana e i personaggi che abbiamo conosciuto lì, e poi ricominciare daccapo in Messico. (…) Confermo che Pascal non ci sarà (…) L’indizio del Messico è già alla fine della terza stagione. Il cartello di Guadalajara fu una forza negli anni ’80, in concomitanza con i cartelli colombiani. Quindi apparentemente torneremo un po’ indietro nel tempo. I cartelli messicani iniziarono con la marijuana e l’eroina e poi entrarono nella cocaina, che acquistarono dai colombiani. Li tratteremo un po’ nella terza stagione con il personaggio di Amado Carrillo Fuentes (detto “Il Signore dei Cieli”) e il suo cartello Juarez. Ma i rumors secondo cui ci concentreremmo su Juarez nella quarta stagione erano imprecisi.

Newman ha anche precisato come il filo conduttore di Narcos non sia rappresentato dai singoli personaggi ma dal tema della lotta al traffico di droga.

Il carattere continuativo dello spettacolo è da sempre inteso come la cocaina e l’inutile guerra contro di essa. I nostri personaggi sono importanti e ci sono molte somiglianze in cui, come ci piace dire, ci sono i cattivi e i cattivissimi, ma sono secondari rispetto alla cocaina. Narcos riguarda la guerra in corso contro la droga e contro la cocaina e la natura intrinseca e invincibile di quel conflitto.