Le rimodulazioni TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia che hanno visto spostare la fatturazione a 28 giorni in luogo dei 30 (misura dapprima condivisa da ogni provider nazionale) e che ha concesso agli operatori di intascarsi, a barba dei consumatori, una tredicesima mensilità (guadagnando più di 1 miliardo di euro in più nel corso dell’anno solare), continua a far discutere, generando veri e propri dibattiti, farciti da altrettante ipotesi, pressoché condivisibili.
Se da un lato si era arrivati a parlare di un possibile rimborso spontaneo per le rimodulazioni TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia incentrate sulla fatturazione a 28 giorni, dall’altro vi abbiamo qui spiegato si sia trattato di una voce di corridoio infondata, anche forse in modo solo parziale.
Stando alle ultime indiscrezioni, TIM si sarebbe detta disposta a trovare un accordo col Governo, in grado di appianare le divergenze ed evitare le cose possano degenerare. Potrebbe essere stato proprio questo uno dei motivi del recente incontro tra il ministro Carlo Calenda e Amos Genish, amministratore delegato di TIM. Certo, per adesso è impossibile riuscire a risalire ai dettagli precisi della conversazione tenuta tra i due, ma ci auguriamo sia stata trovata un’intesa di massima per porre definitivamente un punto alla questione, che ormai pare stia scappando sempre di più mano.
Le rimodulazioni TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia circa la fatturazione a 28 giorni sta diventando sempre più intollerabile, anche perché rischia seriamente di costituire un precedente attivo per tutti gli altri erogatori nazionali dei più disparati servizi di consumo. Il tutto non può di certo andare a gravare sulle tasche degli italiani, vista già la crisi economica che continua ad attraversare il Paese.
Urge un intervento deciso da parte delle forze governative, che sia di polso ed immediato, od anche di mediazione, com’è parso nel caso dell’incontro con i massimi vertici del gestore blu. Tutto è ancora in divenire, ma già che se ne parli con questa insistenza ci sembra cosa alquanto positiva.