Anche a maggio il rischio è quello di andare incontro ad una lunga serie di rimodulazioni Vodafone, Tre, Wind e Tim, come del reso avrete potuto notare anche in questi giorni con i nostri aggiornamenti costanti sull’argomento. Nell’ultimo periodo, oltre a Vodafone, sembra essere proprio Tim la compagnia telefonica più attiva sotto questo punto di vista, al punto che nelle ultime ore è giunta una comunicazione ufficiale da parte dell’Aduc.
A tal proposito credo sia importante condividere con i nostri lettori quanto dichiarato da Piero Moretti, vicepresidente dell’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, il quale non si è limitato ad esternare le proprie perplessità in merito ad un sistema normativo troppo accomodante nei confronti degli operatori sul versante delle rimodulazioni Vodafone, Tre, Wind e Tim. In attesa di capire se ci saranno azioni dirette nel cercare di cambiare la situazione attuale, estremamente penalizzante per gli utenti, è possibile affrontare un aspetto molto delicato sulle variazioni concepite in modo unilaterale per le varie tariffe “rimodulate”.
Mi riferisco ai costi di recesso anticipato che spesso e volentieri vengono applicati a coloro che decidono di non accettare le rimodulazioni imposte dai singoli operatori. In un contesto di questo tipo, l’Aduc fornisce tre consigli all’utenza. In primo luogo, è necessario fare una segnalazione sia all’AGCM, vale a dire l’Antitrust italiana, puntando sulla classica pratica commerciale scorretta, oltre ad una segnalazione diretta anche all’AGCOM.
In secondo luogo, il consiglio è quello di non pagare. In questo caso si può procedere anche alla revoca della domiciliazione bancaria. Infine, l’Aduc invita tutti ad inviare al proprio operatore una diffida con il chiaro intento da un lato di intimare lo storno, dall’altro di richiedere un risarcimento. Staremo a vedere quali saranno le prossime mosse legislative a proposito delle rimodulazioni Vodafone, Tre, Wind e Tim.