Greta Scarano incontra i ragazzi del Giffoni Film Festival. Romana, trentenne, è una delle attrici italiane più in ascesa, con una carriera già ricca. Tanta televisione, da Un posto al sole a Romanzo criminale e Squadra antimafia e presenze sempre più incisive al cinema, come in Senza nessuna pietà di Michele Alhaique e Suburra di Stefano Sollima.
Molti ruoli e molto diversi. Come sceglie una parte Greta Scarano? “Nella maggior parte dei casi, soprattutto all’inizio – confessa l’attrice – non puoi scegliere. Sono le cose che ti scelgono, anche se io ho sempre cercato di dare un indirizzo alla mia carriera, senza muovermi a caso. Ammetto di aver fatto cose che forse artisticamente non erano straordinarie, ma si è sempre trattato di esperienze importanti, molto formative. Naturalmente ora che ho interpretato ruoli più forti e impegnativi è difficile tornare indietro, nel senso che ho alzato l’asticella delle mie aspettative”.
Tra le parti interpretate da Greta Scarano quella che probabilmente resta più nella memoria degli spettatori è il personaggio della tossica Viola in Suburra. E le curiosità dei ragazzi di Giffoni si focalizzano subito su di lei. “Già leggendo le due scene che dovevo interpretare per il provino – confessa Greta Scarano – sentii un impeto: devo avere questo ruolo, mi dissi! Viola mi ha stravolto. È un carattere lontanissimo dal mio, io sono molto razionale, non amo perdere il controllo. Però ho sentito un feeling profondo con lei. Ho cercato una chiave per avvicinarmi al personaggio: e oltre a Sollima è stato importante il lavoro con truccatori e costumisti, che con le loro scelte aiutano tantissimo l’attore a entrare nella parte. Quello che ho fatto è stato cercare un varco dentro di me: lei ha un buco enorme, una grande sofferenza, io ho scavato in me per trovare il mio piccolo dolore. E quando il mio buco si è allargato ed è diventato enorme, ho capito che ero pronta”.
La riflessione di Greta si allarga agli altri suoi ruoli e l’attrice delinea un suo personale metodo di lavoro. “Il mio processo di interpretazione è sempre lo stesso, anche per personaggi molto diversi, come per esempio la Tania di Senza nessuna pietà. Per me il segreto dell’attore è la fantasia, ne uso moltissima per infilarmi nei panni. Io devo scomparire nel personaggio, non voglio che mi si veda. E uso tantissimo i miei colleghi, che sono degli strumenti. Nella serie In Treatment, diretta da Saverio Costanzo, ho lavorato con Sergio Castellitto, lui era l’analista, io una paziente colpita dal cancro. In quella situazione mi sono lasciata andare, come con l’analista, con Sergio è successo questo. Vedi un grande attore, un grande personaggio e ti appoggi a lui. Se dall’altro lato non hai un attore vero è difficile riuscire a interagire”.
I personaggi lasciano sempre qualcosa all’attrice: “Di Tania mi resta il senso dell’evoluzione, perché all’inizio è quasi una bambina e poi acquisisce progressivamente coscienza. Di Viola resta il senso di un amore travolgente, perché è quella la cosa che la tiene in vita. Non l’avevo capito lì per lì, ma rivedendo Suburra ho capito che io e Alessandro Borghi eravamo riusciti a mettere in scena un amore”.
Che ruolo cerca oggi Greta Scarano? “Un personaggio che mi faccia esplorare territori nuovi, lontano da me. Ho bisogno di essere sempre stimolata, altrimenti come attrice mi deprimo. Magari mi piacerebbe un’atleta, per indagare l’aspetto dell’ambizione sfrenata, l’agonismo, cose che non conosco”.
E che consigli dare a chi volesse intraprendere la carriera d’attore? “Primo, essere sempre molto preparati ai provini. Io sono una macchina da guerra, una secchiona, ho una memoria di ferro. È fondamentale, ci vuole grande rigore. E poi recitare tanto, anche da soli a casa, perché bisogna esercitarsi a lungo per aprire il proprio canale emotivo. E non essere pesanti, perché è pieno d’attori pesanti”.