Cinema, teatro e tanta tv: Giulio Berruti, tra gli ospiti del Giffoni Film Festival 2016, è riuscito ad imporsi all’attenzione del grande pubblico negli ultimi anni passando con disinvoltura dalla commedia d’autore alla serialità televisiva.
Nella Cittadella che ospita l’edizione numero 46 del Festival è arrivato per incontrare i ragazzi delle giurie e presentare proprio i suoi prossimi progetti tv: dopo averlo visto di recente in Matrimoni e altre follie su Canale 5, quest’autunno tornerà sull’ammiraglia Mediaset col ruolo di Carlo Nigro, il nuovo vice-questore della Duomo nella serie televisiva Squadra Antimafia 8 – Il ritorno del boss.
Nella nuova stagione del poliziesco di Taodue avrà il difficile compito di non far rimpiangere l’addio di Domenico Calcaterra (il protagonista della serie interpretato da Marco Bocci) e sarà il perno della nuova Squadra che vedrà tanti ingressi nel cast, oltre all’atteso ritorno del personaggio di De Silva.
Lo abbiamo incontrato in Cittadella a Giffoni per farci raccontare un po’ delle tue abitudini da adolescente e per farci anticipare qualcosa di quel che vedremo nei prossimi mesi in Squadra Antimafia 8.
Ai microfoni dei nostri Simons, l’attore ha raccontato la creazione del personaggio di Nigro, a partire da coloro che lo hanno ispirato: “Mi sono ispirato alle persone reali che fanno questo lavoro, i miei eroi sono loro: persone che lavorano per passione e non per soldi, che ci permettono di vivere in un paese libero – anche se non del tutto – quindi credo non ci sia di migliore“. Meglio spadellare in Matrimoni e follie come il cuoco Rocco o sparare da poliziotto nei panni di Nigro? “A sparare cazzate siamo tutti campioni, diciamo che fare il cuoco è stato divertente, diventare un poliziotto molto più difficile“.
Giulio Berruti ci ha anche rivelato quali sono le sue serie preferite: da ragazzino è cresciuto con MacGiyver, A-Team, Beverly Hills e Merloce Place, mentre con l’avvento di Netflix sono arrivati nella libreria dei suoi titoli preferiti Breaking Bad, Better Call Saul, The Killing. Infine, i ricordi dei primi approcci adolescenziali: “Era un disastro, telefonavi a casa di una ragazza e puntualmente rispondeva il padre, molto meglio oggi con i social“.
E abbiamo scoperto che a un sex symbol come lui non manca l’ironia: “Ho letto che molti attori americani sono su Tinder, tipo DiCaprio. Io non li uso per rimorchiare!“. Il selfie con “faccia da rimorchio“, però, gli riesce particolarmente bene!