Attenta dei Negramaro è decisamente la novità più interessante di questa stagione musicale: una ballata romantica e inquieta, che ha già invaso – meritatamente – l’airplay estivo.
Il nuovo singolo di Giuliano Sangiorgi e soci anticipa l’album La rivoluzione sta arrivando, in uscita il 25 settembre, e l’omonimo tour autunnale che riporterà la band nei maggiori palazzetti d’Italia: accolto con grande entusiasmo dai fan e già fortissimo nella programmazione radiofonica delle emittenti nazionali, ha portato una ventata di originalità e freschezza nell’estate dai tormentoni meno accattivanti (per usare un eufemismo) dell’ultimo decennio.
Grande curiosità ha suscitato il testo del brano, che racconta la scena di un bacio tra due amanti nel segreto di una stanza, descritta dal cantautore come la scena di un thriller: Attenta è l’immagine plastica di un momento indelebile, la scintilla di un bacio che cambia tutto e non lascia scelta ai due protagonisti.
Giuliano Sangiorgi, che si conferma così paroliere raffinato ed intenso, ha svelato un retroscena della lavorazione del singolo che lo ha portato ad optare per una modifica ritenuta necessaria. Nella prima versione di Attenta, la voce dei Negramaro cantava “Ti uccido in questa stanza“, poi modificato in “Mi uccidi in questa stanza“: una scelta ponderata, per evitare che il verso fosse frainteso o strumentalizzato alla luce dei fatti di cronaca che ci raccontano un universo femminile sempre più vulnerabile e vittima della violenza maschile.
Con un editoriale sul sito La ventisettesima ora del Corriere della Sera, Giuliano ha voluto raccontare il percorso che l’ha portato a riscrivere quel verso di Attenta, dimostrando ancora una volta una sensibilità non così comune, anche tra i suoi colleghi. Lo ha fatto consapevole che la semantica è inevitabilmente collegata all’evoluzione dei tempi e della società, che perfino la “libertà di dire alcune cose che, in altri tempi, sarebbero passate come ‘simboliche’ e del tutto innocenti” non è sempre uguale a se stessa e il rischio che certe espressioni “diventino pericolose e fuorvianti” non può essere ignorato.
Di qui la scelta dell’autore, che ha voluto precisarne le motivazioni con un bel messaggio agli ascoltatori.
Nella prima stesura di questa canzone, ho cantato con tutto l’amore che potevo: “Ti uccido in questa stanza”.
Sì l’ho fatto, ed è stato bellissimo sentirsi libero di affidarsi alla poesia, alla parola, alla metafora e alle analogie con un contesto che è tutt’altro che bellissimo – come la scena di un crimine – per cantare di un amore esploso sulle labbra di una donna che avrei “ucciso” metaforicamente, che avrei amato da lì in poi con tutte le mie forze.
Mi sono accorto subito dopo però, che quello che in altri tempi sarebbe «suonato» come una semplice canzone d’amore assoluto, sotto il peso dell’attualità assumeva sembianze del tutto diverse.
“Ti uccido in questa stanza e un bacio non conosce l’innocenza”: un’immagine simbolica, nella mia testa, assolutamente poetica e metaforica, ha iniziato a prendere il contorno di un atto vero, di una delle tantissime brutte notizie a cui ci siamo abituati in questi ultimi tempi.
Mi sono chiesto se fosse stato giusto continuare a tenere una frase simile, oggi che questa scena è diventata più reale che mai e per nulla metaforica. Mi sono interrogato su come sarebbe stata recepita in una canzone, su quanto sarebbe stato più importante e prioritario il rispetto per le donne. Più importante dello stesso istinto artistico. Alla donna che tanto ho amato in questa come in tutte le canzoni che ho cantato e scritto dovevo rispetto.
Mi sono accorto che mai avrei immaginato di trovarmi di fronte a un interrogativo così importante, sempre continuando a pensare: “è solo una canzone… parlo di un bacio!… Canto della potenza di un bacio?!… Racconto di Lui, di Amore che passa dalla scena del suo crimine e lascia il segno per sempre… e non davvero la morte… per una donna, poi?!”.
Ho avuto il dubbio e intanto alla tv: “Un’altra donna uccisa a coltellate!”.
E ho cambiato, e ho cantato: “Mi uccidi”.
Non me la sono proprio sentita di ucciderla, neanche di baci. Affinché l’uomo di questo tempo, non uccida mai più la donna e la poesia, che è sempre donna… pure quella!!!
Buongiorno Giuliano come stai
Mamma mia come sei arrabbiato giulianp
Ti voglio bene Giuliano sei un pensiero speciale
Nn farlo
Ogni volta Giuliano sanbobi mi dice attenta stai attenta che ti uccido in questa stabza
Pensiero bellissimo! Grandissima sensibilità!
È un grande!
Sensibilità e forza ….alla fine la tua semantica salva proprio quel bacio ;)
La sensibilità non e’ un dono scontato purtroppo, ma per fortuna ci sono uomini come te!!!
Grande!
grazie …a nome mio e per tutte le donne.
sei unico