Ritengo estremamente interessante quanto emerso di recente da uno studio condotto da Tim Stevens, autore tra le altre cose di “Fairness is Overrated: and 51 Other Leadership Principles to Revolutionize Your Workplace”. Il suo contributo non a caso è stato ripreso anche dagli amici di Wired e mette in evidenza il ruolo che un social network come Facebook può avere nel dare forza al nostro Curriculum Vitae.
Stevens più dettagliatamente è stato responsabile di un esperimento condotto all’interno di un’azienda, interpellando amici di candidati sugli elementi distintivi di questi ultimi. Ebbene, pare i dati raccolti rispetto a quelli che invece emergono dai classici CV sono spesso e volentieri completamente diversi.
Il cartaceo risulta dunque sempre più inadeguato nel comunicare le reali capacità di una persona nel gestire pressione e stress, oltre ovviamente alle capacità di legare con altre persone e di essere affidabili una volta che è stato assegnato loro uno specifico compito.
Insomma, la prospettiva alla quale si va incontro (giustamente, oserei aggiungere) prevede che i vari selezionatori si rechino all’interno dei profili social, in primis Facebook, per una valutazione più puntuale del soggetto analizzato. Trasformare Facebook almeno in parte in un raccoglitore di lavori e di informazioni valide, che possano ritenersi utili a chi deve decidere se possiamo dare o meno una mano ad un team di lavoro, potrebbe rivelarsi la nostra carta vincente.
A partire da tale assunto, Stevens suggerisce di effettuare più colloqui, soprattutto per individuare le capacità di adattamento all’ambiente circostante, anche perché i candidati con il passare del tempo saranno sempre meno legati ad un fattore come quello della privacy. Che ne pensate? Il vostro profilo Facebook è abbastanza ok per fare colpo su un selezionatore?