
E’ un’intervista fiume quella rilasciata dal coach di The Voice of Italy Piero Pelù a Rolling Stones per presentare l’album Identikit, raccolta dei suoi successi da solista dal 1999 ad oggi più due inediti, il singolo di lancio Mille uragani e Sto rock. Per il frontman dei Litfiba, con cui promette ritornerà a lavorare nel 2014, è l’occasione per ripercorrere i punti salienti della sua carrira e ricordare i miti del suo immaginario musicale, ma anche per parlare delle ultime esperienze, come la collaborazione con Noemi per il nuovo album della cantautrice e il ritorno a The Voice of Italyche non è ancora stato confermato.
Dalla nuova versione di Pugni chiusi all’amore per il rock nato quando era solo un bambino, passando per la politica e le critiche al sindaco di Firenze Matteo Renzi (“Si toglierà la maschera e mostrerà il suo vero volto, quello di un berluschino… un rottamatore da rottamare“), Piero pelù racconta la sua avventura di coach a The Voice of Italy tra molti apprezzamenti e qualche perplessità.
Se spesso la parola talento si usa in tv a sproposito, non è questo il caso dello show di Rai2, che tornerà in onda il prossimo anno tra febbraio e marzo. “A differenza di altri programmi si è dato alla parola un senso e una impostazione diversa” dice Piero Pelù di The Voice of Italy, definendo la sua esperienza nello show “una sorta di mission impossible con l’obiettivo di riportare il rock in televisione“. Cosa non facile nell’universo del piccolo schermo, dove regnano sovrani il pop e ora anche l’hip-hop. Per Piero Pelù il rock in Italia è ancora considerato un “genere scomodo“, per questo poco tollerato. Ma il vantaggio è che evidentemente “non ha perso la sua anima ribelle“.
Altro punto di forza di The Voice of Italy è la presenza di Raffaella Carrà, “una grande artista, anche lei molto rock“. Di Cocciante Pelù apprezza l’altissimo livello di preparazione, mentre con Noemi proprio grazie a The Voice of Italy ha collaborato per un brano dal forte valore di impegno civile: “Noemi è giovane e ha il vantaggio di essere una non vincitrice di un talent, dotata di un timbro incredibile. Per lei ho scritto una canzone che non ha ancora un titolo definitivo: parla delle donne che si sono schierate contro la ‘Ndrangheta“.
La scelta di partecipare a The Voice of Italy 2 non è scontata: Piero Pelù ha spiegato che nella prima edizione ha “potuto mettere in piedi un laboratorio di musica, collaborando con i ragazzi che facevano parte della mia squadra a tutti i livelli, arrangiamento, interpretazione, esecuzione“. Il risultato è stato “qualcosa di veramente creativo e musicale in un contesto televisivo“, ma a convincerlo a debuttare nelle vesti di giudice e coach è stato anche il meccanismo di The Voice of Italy che prevede la scelta di un artista senza guardarlo, le cosiddette Blind Auditions (“idea rivoluzionaria in un’epoca che vive d’immagini” le ha definite Pelù).
Inevitabile la domanda sulla prossima edizione di The Voice of Italy, per cui sono già partiti i casting. Piero Pelù sarà ancora della squadra, ma a condizione che i produttori accettino “un pizzico in più di coraggio“, perchè è fondamentale “in un programma televisivo che si definisce musicale, accettare la biodiversità. Che io rappresento al meglio“.