Il copione si ripete, Al Bano contro Sanremo un anno dopo: la scorsa edizione ha visto il cantautore di Cellino San Marco lamentare un’ingiusta esclusione della sua canzone e di quella di altri Big come D’Alessio e Ron a fronte di giurie che hanno premiato i giovani e soprattutto gli ex protagonisti dei talent show. E a quanto pare Carrisi non l’ha ancora superata.
Al Bano ha affidato il suo sfogo a Silvia Toffanin, durante la puntata di Verissimo in onda sabato 23 dicembre su Canale5, spiegando di non avere rimpianti guardando alla sua carriera, ma mostrando un certo risentimento nei confronti di chi decise di escludere la sua Di rose e di spine dalla gara dell’edizione 2017.
Al Bano avrebbe voluto concludere la sua carriera con l’ennesimo successo sul palco di Sanremo (ha già annunciato il ritiro dalle scene previsto per la fine del 2018) ma lo sfortunato epilogo dell’ultimo anno ha rappresentato il suo addio al Festival.
Con Sanremo ho chiuso da perdente quest’anno, mi hanno fatto fuori e non dirò mai il perché, perché sono un galantuomo. Ma un discorso è perdere una partita e un altro è vincere un campionato. Mi chiedo ancora come fa una giuria di qualità a dare zero a una melodia straordinaria come quella di Maurizio Fabrizio per Di rose e di spine? Avevo canzoni sicure per Sanremo ma scelsi quella perché era una melodia importante piena di emozioni. Non credo siano sordi, c’è qualcosa che non va. Superospite? O lo vivi da concorrente o altrimenti non è Sanremo, è una serata speciale come potrebbero essere tante altre Sanremo è gara. Tornare in gara con Romina? Ho già fatto anche quello, basta.
Confermato anche l’addio alle scene nel dicembre 2018, già annunciato a Porta a Porta qualche settimana fa: dopo tour e concerti in tutto il mondo già previsti per il nuovo anno (e forse la partecipazione da giudice a The Voice of Italy), Al Bano si dedicherà alle sue vigne e a salvaguardare la sua salute.
Prometto e mantengo, non perché sia una gioia per me, perché mi costa fatica, sacrificio e tristezza, ma purtroppo i segnali sono arrivati e devo farlo. Un infarto, un tumore, un’ischemia, un edema: devo raccogliere i segnali della natura prima che sia troppo tardi. Ho calcolato che nei prossimi 365 giorni lavorerò, sistemerò delle cose e poi dovrò curarmi più dell’uomo e meno dell’artista. Ho lavorato incessantemente e con gioia da quando sono nato fino ad oggi.