Grandi cambiamenti in vista per i personaggi di 1993 La Serie: il sequel del progetto 1992, nato da un’idea di Stefano Accorsi, debutta su Sky Atlantic HD con i primi due episodi il 16 maggio per raccontare un anno che ha completamente cambiato la politica italiana, in un clima di grande angoscia e tensione ma anche di grande voglia di cambiamento, alimentato da una spinta antisistema che sarebbe sfociata nella discesa in campo di Silvio Berlusconi con Forza Italia.
L’ultima scena di 1992, con il pubblicitario e manager di Publitalia Leonardo Notte (Accorsi) di fronte ad uno dei manifesti della campagna pubblicitaria (Fozza Itaia) che, con una licenza storica, si lascia intendere fosse riferita all’imminente debutto del progetto politico berlusconiano, auspicava “un magnifico 1993“.
Se 1992 finiva con un chiaro ed esplicito rimando alla stagione berlusconiana che si sarebbe aperta di lì a poco con la nascita di un nuovo contenitore politico di centrodestra destinato a riempire il vuoto lasciato dai partiti della Prima Repubblica travolti dagli scandali, 1993 riparte dallo stesso punto: l’inchiesta Mani Pulite sfocia in uno dei processi più seguiti della storia d’Italia, Craxi viene travolto dallo scandalo della maxitangente Enimont, il Partito Socialista diventa simbolo di corruzione, ma sono anche gli anni del terrorismo mafioso, delle bombe contro polizia, magistrati, giornalisti e simboli del Paese come i grandi monumenti del patrimonio culturale italiano, azioni che hanno il chiaro compito di destabilizzare l’ordine democratico (e favorire la nascita di un nuovo interlocutore politico?) una volta che la Dc e il Psi finiscono sotto la scure di Tangentopoli.
I personaggi di 1993 risentono del generale clima di smarrimento dell’epoca, devono fare i conti col proprio lato oscuro e con un’ansia di riscatto, proprio come il Paese stretto tra un apparente black-out democratico alle porte e una propulsione al cambiamento dopo che un’intera classe dirigente è stata annullata dalla giudiziaria.
Nella nuova stagione della trilogia (che si concluderà con 1994, già in fase di scrittura), sembrano usciti da un noir all’italiana, tutti alle prese con ambizioni fortissime, ma divorati da demoni interiori che li tormentano. Le loro vite riflettono l’inquietudine dei tempi, talvolta perché sono direttamente protagonisti dei fatti della Storia (quella con la S maiuscola) talaltre perché alle prese con rivoluzioni personali indotte dai cambiamenti dei propri stili di vita.
Ecco come li ritroviamo nel sequel di 1992.
- La soubrette Veronica Castello (Miriam Leone) è finalmente riuscita ad ottenere la fama tanto rincorsa, ma le luci dei riflettori costantemente puntate addosso le faranno nutrire dei dubbi sulla reale natura dei suoi desideri. Dopo aver cercato la celebrità a tutti i costi usando il suo corpo come stumento per arrivare alla meta, i fatti del 1993 la spingeranno a riflettere sulla sua vita: sarà infatti coinvolta nell’attentato di via Fauro al giornalista Maurizio Costanzo, una scelta degli autori per dare una scossa al suo personaggio e farlo maturare in complessità.
- Pietro Bosco (Guido Caprino), parlamentare della Lega Nord inizialmente allergico a protocolli e giochi di potere, comincia ad ambientarsi nel contesto della politica dei palazzi romani, ne subisce il fascino e ne conosce gli eccessi, i lussi, i privilegi da cui sembra inevitabilmente attratto. Diventa un personaggio mediatico, sfrutta la sua popolarità e la sua posizione privilegiata a proprio vantaggio e non si lascia più manipolare dai capipartito, ma finirà per essere vittima delle sue dipendenze.
- Antonio Di Pietro è diventato il pubblico ministero capace di fare la rivoluzione, l’uomo che ha messo un’intera classe dirigente alla sbarra inchiodandola alle sue responsabilità. Più o meno trasversalmente rispetto agli schieramenti politici, con le sue inchieste arriva a processare Bettino Craxi per la maxi-tangente Enimont di circa 150 miliardi di lire, segnando di fatto quella che passerà ai libri di storia come la fine della Prima Repubblica.
- Bibi Mainaghi passa dall’essere una viziata figlia di papà, tossicodipendente, ribelle e solitaria, a prendere le redini dell’impero del padre: si trasforma in una donna astuta, calcolatrice, forte e sicura di sé. Cambia radicalmente il suo approccio nei confronti degli altri e di se stessa: l’ex pecora nera è diventata una donna di potere e pur non desiderando quella vita ci si cala dentro con serietà e un sorprendente senso di responsabilità.
- Luca Pastore, il poliziotto del pool di Mani Pulite affetto da Hiv, dopo aver approfittato della sua posizione privilegiata nella squadra di Di Pietro per indagare sullo scandalo del sangue infetto di cui è rimasto vittima a causa di una trasfusione, in 1993 continuerà la sua attività con dedizione ed impegno, attivamente coinvolto nel processo Enimont ma anche vicino a Bibi Mainaghi. Attento ai fatti che riguardano le tangenti nella sanità, incontrerà anche Poggiolini, in quegli anni direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità.