Potrebbe finire così, in una cella di una prigione, la carriera dell’attore di 1993, e non solo. Domenico Diele condannato a 7 anni e 8 mesi, questo è la sentenza arrivata qualche minuto fa e che chiude di fatto la tragica questione che lo ha visto protagonista ormai un anno fa insieme alla sua vittima.
La sentenza è stata emessa oggi dal gup del Tribunale di Salerno e chiude di fatto il caso di Ilaria Dilillo che, nella notte tra il 23 e il 24 giugno 2017, è stata travolta e uccisa da l’attore molto noto al pubblico per il suo ruolo in 1992 e 1993, che si trovava alla guida della sua Audi A3 sotto effetto di stupefacenti lungo la corsia nord dell’autostrada del Mediterraneo presso l’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano.
La sentenza è arrivata alla fine del processo con rito abbreviato mentre l’imputato non era presente in aula. Il pm della procura salernitana, Elena Cosentino, lo scorso febbraio, aveva richiesto per l’attore una condanna a otto anni di reclusione per omicidio stradale aggravato.
Il padre della vittima, presente e al fianco del suo legale di fiducia, all’esterno del Palazzo di Giustizia, non ha rilasciato commenti sulla sentenza anche se lui stesso, nei mesi scorsi, si era detto pronto a combattere per avere giustizia per la figlia. L’attore, infatti, nei mesi scorsi era riuscito ad ottenere la libertà e poi gli arresti domiciliari e la cosa aveva fatto infuriare i parenti della vittima.
All’epoca dei fatti l’attore si era scusato e se in un primo momento aveva addirittura parlato di un incidente per via della mancanza di visibilità in quel tratto, alla fine non ha potuto far altro che acconsentire al rito abbreviato. Qualche giorno dopo l’incidente, fu il gip del Tribunale, Fabio Zunica, in occasione dell’emissione dell’udienza di convalida a disporre per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Carriera finita per l’attore?
L’importante che i sette anni e otto mesi inflitti a Domenico Daniele è che li sconti tutti in carcere e che gli vengano sequestrati tutti i suoi averi e dati al padre della vittima, che porterà il lutto per tutta la vita per colpa di un deficiente.