Call of Duty è da sempre stata una di quelle serie capaci di calamitare alle console e agli schermi milioni di fan: non a caso quelle dedicate al brand di Activision sono le community più affollate, affiatate e attive sul web, con tantissimi giocatori sempre pronti a mettersi alla prova e a confrontarsi per superare i propri limiti.
Ovviamente non potevano spiccare, nella moltitudine di giocatori più o meno bravi, quelle che sono le vere eccellenze del gaming, i campioni capaci di riempire interi palazzetti con migliaia e migliaia di spettatori pronti ad osannare le loro gesta nel corso dei campionati mondiali di eSports: uno dei più acclamati per quanto concerne l’abilità con i titoli della serie Call of Duty è Mark Bryceland che, come riportato dai colleghi di VG247.com, è stato capace di portare a casa, sin dal suo esordio nel mondo dei videogame a livello professionale, oltre 40mila sterline.
Un risultato non da poco se si considera la comunque giovane età (ha solo 22 anni), che gli consentono di raggiungere agevolmente la 28esima posizione della particolare classifica di guadagni del Regno Unito, dove il primo, Craig Rathbone, è stato capace di incamerare poco più di 182mila sterline, una cifra decisamente notevole.
Ovviamente, come riferito dallo stesso Mark, la vita del videogamer professionista – sia essa di Call of Duty come di qualsiasi altro gioco – non è agevole, soprattutto se, come nel suo caso, non si ottiene fin da subito il sostegno del parentado: nel suo caso, infatti, i genitori volevano (giustamente…? o forse no! Ndr) che si concentrasse maggiormente sullo studio, salvo poi evidentemente ricredersi quando il conto in banca è cominciato a lievitare considerevolmente.
Ovviamente di tutt’altra caratura sono le classifiche di guadagno a livello mondiale, con Mark che, in questo caso, fa segnare un “magro” 982esimo piazzamento, con una prima posizione ancora lontana, occupata da Saahil Arora fissata con i suoi oltre 2 milioni di dollari incassati grazie a un altro pilastro dell’intrattenimento videoludico professionale che va di pari passo con Call of Duty, vale a dire Dota 2.
Numeri che spaventano e che fanno ben sperare in vista di un futuro roseo anche su suolo italico, dove alcune realtà stanno cominciando a muoversi, sebbene molto in ritardo rispetto a quelle già belle e organizzate di tutto il resto del globo.