L’avevamo intuito già dalle numerose anteprime apparse in rete: A Head Full of Dreams ha poco o niente dei Coldplay vecchia maniera. Di quel sound alternative rock degli inizi ormai è rimasta una traccia flebile, un’evoluzione (o involuzione?) cui il pubblico storico della band di Chris Martin non può non guardare con sospetto e con un velo di tristezza.
A Head Full of Dreams, preceduto da un gran battage pubblicitario, è finalmente uscito in tutto il mondo: a differenza dei precedenti lavori, non è disponibile su Spotify, in virtù del contratto che lega il gruppo a TIDAL.
Anticipato dal singolo Adventure of a Lifetime, che col suo stile elettrodance aveva già diviso il pubblico al primo ascolto, A Head Full of Dreams si conferma un progetto nel solco di quello stesso stile prettamente pop. Che però non è quello che ci saremmo aspettati da un disco annunciato come la summa della carriera della band, “l’ultimo capitolo della saga di Harry Potter“.
Che non sarebbe stato un ritorno alle origini (a quel capolavoro di Parachutes) l’avevamo intuito già dagli snippet di tutti i brani dell’album apparsi in rete, tutti improntati ad uno stile coerente con quello di Adventure of a Lifetime. Eppure va detto che la delusione è ancora maggiore all’ascolto dell’album per intero: di sicuro è rimasto poco o niente delle melodie malinconiche e struggenti di Parachutes e X&Y, dei maestosi arrangiamenti di Viva la Vida, dei coinvolgenti beat elettronici di Milo Xyloto, album che per quanto criticato era di una coerenza stilistica e di una qualità indiscusse.
Perfino quella sensazione di aura magica che ha pervaso Ghost Stories, esperimento delizioso e riuscitissimo lo scorso anno (soprattutto se paragonato al nuovo album) e che si poteva ritrovare in quasi tutti gli album precedenti, si sente davvero poco in A Head Full of Dreams, che strizza l’occhio ad atmosfere dance con un uso massiccio di suoni elettronici quasi al punto da ovattare la sostanza delle melodie.
Beninteso, anche in A Head Full of Dreams i brani restano tutti, comunque, di pregevole fattura per testi e melodie (il talento di autore e compositore di Chris Martin resta fuori discussione). Infatti ha ricevuto recensioni per lo più positive e talora ingiustificatamente entusiaste. Ma ci sentiamo di essere fuori dal coro nel dire che il livello che ci si aspetterebbe da una realtà del calibro dei Coldplay è ben altro. Vero è che l’evoluzione è necessaria e fisiologica, che toccare la vetta e ripetere un capolavoro non è mai impresa semplice, ma Chris Martin e soci hanno certamente il potenziale per stupire con qualcosa di molto meglio, come hanno dimostrato in questi anni.
Dall’album si salvano Everglow, forse l’unica ballata che ci riporta al sound storico dei Coldplay, la bella collaborazione con Tove Lo in Fun, il duetto con Beyoncé in Hymn for the weekend, anche se in quest’ultimo caso si poteva e doveva osare di più: il brano è certamente magnetico, ma perché relegare Beyoncé ai cori quando hai a disposizione una voce nera di quella potenza ed estensione? Perché – già che c’era e ha dato la disponibilità a lavorare ai cori in più brani – non incidere un duetto a due voci piene, come fatto col criticatissimo Princess of China con Rihanna?
Hymn For The Weekend[PREMIERE] Coldplay & Beyoncé – “Hymn For The Weekend”.Beyoncé interpreta la parte dell’angelo nel nuovo album dei Coldplay, “A Head Full Of Dreams”, nei negozi da venerdì 4 dicembre. Ascoltate la loro collaborazione per HYMN FOR THE WEEKEND.
Posted by Beyoncé Tribe Italia on Venerdì 27 novembre 2015
Il risultato è comunque estremamente piacevole, ma un pizzico di coraggio in più, nella collaborazione con Beyoncé come nel resto del progetto, avrebbe forse potuto regalarci quello che purtroppo manca a quest’album. Perché se in questi ultimi casi ci sembra di ritrovare la poetica dei Coldplay pressoché intatta, per il resto, manca nella tracklist un brano che letteralmente esploda, che rappresenti quello che hanno rappresentato Trouble o Yellow in Parachutes, The Scientist o In my place di A rush of blood to the head, Fix You o The Hardest Part di X&Y, Violet Hill o Viva la vida dell’omonimo disco. In una parola, manca il capolavoro.
Brutto album, da gettare al mare
Questo articolo è assolutamente insensato, un gruppo musicale di questo calibro fa anche bene a spaziare nei contenuti e nei stili, durante gli anni cambiano idee e quindi cambiano le musiche, cambiano i “capolavori” che in questo album ci sono, cito giusto qualcuno come A head full of dreams, oppure Everglow. Non mi sembra affatto giusto esprimere la propria opinione, rispettabile ma non condivisibile da me, su un sito visitato da centinaia di persone. Chi ancora non ha ascoltato il nuovo cd si fa una cattiva idea. Io personalmente quando aspetto il nuovo lavoro di un gruppo o artista che amo, semplicemente non mi creo mille aspettative per poi sparare a zero dicendo che questo lavoro è nulla! Anzi mi aspettavo un qualcosa di tantino peggiore viste tutte le parole che si sono sprecate per la band, ed invece sono stati tutti smentiti!
Credo che in questa recensione si spieghi bene ogni aspetto. Guardatela.
https://www.youtube.com/watch?v=tUFQlvs0jLA
averne album come questo in giro–
Purtroppo non ho avuto ancora l’opportunita`di sentire l’intero album, quindi mi astengo dal giudicare questa recensione, ma gia da come comincia mi sembra che ci sia un grosso, MA GROSSO, problema di fondo. Cosa diamine significa:” A Head Full of Dreams ha poco o niente dei Coldplay vecchia maniera”. Sappiamo che le persone cambiano col passare del tempo,e in questo caso pure le band musicali cambiano i loro stili. Di conseguenza e` un’ovvieta` dire che i Coldplay non siano piu` il gruppo di una volta, sono cresciuti e hanno “dovuto” ,in parte, conformasi agli standard odierni, e in questo non vedo nulla di male.
L’album e’ meraviglioso,stupendo,da pelle d’oca nel sentirlo!!!..Questo articolo e’ spazzatura!
E’ sconfortante notare come oggi si abbia la tendenza, nei vari blog informativi e giornali online, di far passare il proprio personalissimo parere per verità assoluta.
Trovo che sia perlomeno discutibile cosi come si dovrebbe avere l’accortezza di capire che non si sta scrivendo sulla propria pagina o profilo facebook o sul proprio blog, ma su un magazine di vetrina pubblica.
Scendendo ancor più nello specifico, mi chiedo sulla base di cosa “Everglow” e “Hymn for a week end” possano essere definiti gli unici brani salvabili di un intero lavoro, se non che per il puro gusto personale di chi scrive.
Ok, siamo d’accordo sul fatto che non ci si trovi al cospetto di un capolavoro ( ne mi pare lo sia stato Ghost Stories) ma si tratta comunque di un ottimo lavoro, della band che resta comunque la più accreditata del momento nell’intero panorama musicale mondiale, non è che forse ci hanno abituati troppo bene? ;)
meno male che ci sei tu a sapere cosa manca a questo album…ma per favore, vatti ad ascoltare giusy ferreri e emma marrone e lascia perdere i coldplay, sono di un altro livello rispetto alla tua intelligenza musicale
Beh non sono certo una persona che cerca di farsi piacere qualsiasi cosa loro pubblichino o producano, ma a mio avviso un cambio di rotta così radicale rispetto alle origini è da ricercare nella loro voglia di chiudere un cerchio di 15 anni toccando più o meno tutti i generi musicali a loro più cari, rimanendo fedeli comunque ai sounds che li hanno contraddistinti da sempre. Non parlo di evoluzione o commercialità( passatemi il termine), poiché ai loro livelli o è tutto oro colato quello che si pubblica o brani-trascinatori sono indispensabili (vedi Paradise, A Sky filo of stars ed ora hymn cuor The weekend). Di conseguenza lo valuto un buon album Pop, creato da una delle band più famose e brave degli ultimi 15 anni che possono vantare nel loro repertorio gemme che vanno dall’alternative rock al pop. Non è facile essere così poliedrici mantenendo una propria identità. Ritengo inutile quindi continuare a paragonare i loro lavori passati a quelli presenti. Sarebbe più saggio e magari proficuo paragonare il loro lavoro con quello di altre band pop o alternative pop.