L’eredità morale di Jean-Luc Picard non è mai stata uno scherzo, per i fan di Star Trek, e sia CBS All Access sia Sir Patrick Stewart hanno dimostrato di esserne consapevoli e concordi. Dall’impegno di proporre al pubblico del materiale innovativo e con una solida ragion d’essere è nata dunque Star Trek: Picard, in streaming in Italia su Amazon Prime Video con un episodio a settimana dal 24 gennaio.
Non è stato semplice né immediato riavvicinare Patrick Stewart all’universo-Star Trek, e in particolare a un ruolo che per lungo tempo l’attore ha tenuto al sicuro nel cassetto dei ricordi. A convincerlo, però, sembrano essere stati tanto la perseveranza del team creativo al lavoro su Picard quanto la consapevolezza di essere aperto a nuovi sviluppi narrativi per il celebre personaggio.
In effetti il nuovo Jean-Luc Picard, elaborato fra gli altri da Alex Kurtzman per la serie CBS, sembra animato da stimoli inediti rispetto al passato. La sua imperturbabilità è scossa dai moti di una coscienza ancora incapace di accettare l’abbandono di una missione di salvataggio da parte della Federazione, più di vent’anni prima.
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- William Shatner, Leonard Nimoy (Actors)
E non può che essere una coscienza inquieta quella che porta Jean-Luc Picard a vagare con la mente nel passato sorseggiando tè e passeggiando con il cane. Non ho vissuto, riflette nel primo episodio di Star Trek: Picard, sto aspettando di morire.
Non che si tratti di un abbandono, però. È lo stesso Kurtzman a rassicurare i fan, anticipando un percorso emotivamente intenso per l’eroe della serie. Stiamo tenendo i piedi per terra, ha spiegato in una recente intervista a StarTribune. È veramente raro che nel mondo di Star Trek si passi tanto tempo a terra, e non abbiamo voluto perdere quest’occasione facendo tutto in fretta.
Abbiamo deciso di prenderci il tempo necessario per mostrare in che stato sia la vita interiore di Jean-Luc Picard, in modo da seguire la sua evoluzione prima di prendere il volo. Per noi il personaggio viene sempre prima di tutto, ha concluso. L’aspetto, il tono e le sensazioni suscitate da questa nuova serie sono per forza di cose diversi rispetto al passato.
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Ed è proprio questo approccio rinnovato al personaggio ad aver convinto Patrick Stewart a rivestirne i panni dopo più di 25 anni dalla conclusione di Star Trek: The Next Generation e a 18 anni di distanza da Star Trek: La Nemesi. Indosso l’uniforme per un tempo relativamente breve, ha aggiunto Stewart, e questa è una delle condizioni alquanto presuntuose che ho posto per il mio ritorno. Non volevo vedermi tutto il tempo in uniforme.
Ho creduto che fosse molto importante distanziarci quanto più possibile da The Next Generation, ed è quello che adesso stiamo provando a fare. La vita di Picard è cambiata: adesso è un uomo problematico, disturbato, solitario, scosso da uno strano e innaturale senso di colpa.
Jean-Luc Picard si evolve, quindi, mentre rimane intatta la tendenza della serie a sfruttare storie e ambientazioni futuristiche per riflettere su questioni legate alla contemporaneità. Il rifiuto delle forme di vita sintetiche, ad esempio, richiama i crimini d’odio e il senso di rifiuto nei confronti dei migranti.
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Le storie di Star Trek tendono a riflettere le fratture del nostro mondo, ha spiegato Akiva Goldsman, produttore esecutivo della serie. La stratificazione di individui o opportunità, l’emarginazione dell’altro, la chiusura e il rifiuto di vivere la vita con empatia sono problemi che osserviamo diffondersi e che proviamo a guarire. Star Trek fa la sua piccolissima parte nel tentare di sanare queste ferite sociali.
Star Trek: Picard è disponibile in streaming su Prime Video – bastano pochi clic per abbonarsi e sfruttare un periodo di prova gratuita – dal 24 gennaio con un episodio a settimana.