OM incontra Gabry Ponte in occasione del rilascio del nuovo singolo, Il Calabrone, feat. Edoardo Bennato e Thomas. Una collaborazione inaspettata e sorprendente nel nuovo brano dell’artista che vanta più di 20 milioni di dischi venduti.
Da un lato uno dei pilastri della musica italiana, dall’altro la freschezza di un giovane appena maggiorenne: il filo che li unisce è Gabry Ponte che ci ha raccontato la nascita della collaborazione che anticipa il nuovo album all’interno del quale troveremo diverse collaborazioni con artisti appartenenti alla “vecchia scuola”. Gabry Ponte apprezza De Andrè, Bennato e molti altri personaggi musicali che stima fin da quando era bambino. Alcuni li troveremo nel suo nuovo progetto discografico, di cui Il Calabrone è un’anticipazione.
“Bennato è sempre stato uno dei miei artisti preferiti e ho pensato subito a lui. Gli abbiamo mandato il pezzo e, fatalità, l’ho incontrato a Torino uscendo dalla palestra. Sono andato a salutarlo e gli ho chiesto se avesse ascoltato il brano; lui mi ha risposto che non aveva capito fosse mio, lo aveva ascoltato ma non lo aveva ancora approfondito. Dopo qualche giorno ci siamo risentiti e mi ha detto che gli era piaciuto molto e ha deciso di cantarlo. Thomas è arrivato dopo. La mia idea era quella di inserire nel brano anche un personaggio più fresco“.
L’idea – fin troppo azzardata sulla carta – si è rivelata invece vincente. La voce di Thomas e quella di Edoardo Bennato si sposano perfettamente all’interno di un brano scritto da Gabry Ponte insieme a Jacopo Ettore dal significato su un “volo” all’apparenza impossibile.
Gabry Ponte è da anni attento alle nuove generazioni, che il nuovo singolo sposa in pieno. Non solo la presenza di Thomas ma anche quella di alcuni infuencer nel videoclip ufficiale. Ci sono Marta Losito, Rosalba, Sespo, Valerio Mazzei, Martina Vismara, e un finale a sorpresa con i baci gay tra
Mazzei e Sespo e Marta Losito e Rosalba.
“Non mi faccio troppi problemi di forma, bado al contenuto. Secondo me un prodotto deve essere coerente con il pubblico a cui si riferisce. Un video ha la sua maggiore fruizione all’interno di YouTube e secondo me bisogna parlare ai ragazzi che fruiscono musica proprio da YouTube, utilizzando il loro linguaggio. Il loro linguaggio è quello degli Youtuber, degli influencer”.
Non è la prima volta che Gabry Ponte coinvolge webstar e nuovi talenti nelle sue produzioni. Il primo esperimento risale a Che ne sanno i 2000. Ricorda che invitare Youtuber all’interno dei video era qualcosa che si vedeva già: il primo in assoluto ad avere questa intuizione fu Fabio Rovazzi ma Gabry Ponte ha compiuto un passo ulteriore coinvolgendoli in qualità di attori protagonisti. A seguire, Favij e Giulia Penna vennero coinvolti in Tu sei (feat. Danti).
20 milioni di dischi venduti, 2,5 milioni di stream mensili su Spotify e 160 milioni di views su YouTube per oltre 20 anni di carriera, numeri che oggi sembrano ineguagliabili sia per venduto che per durata. Il consiglio che Gabry Ponte, forte della sua esperienza, vuole lasciare a chi si sta approcciando la musica in questi anni è quello di non cedere alla tentazione di snaturarsi per seguire la tendenza del mercato.
“Rispetto al passato, oggi ci sono situazioni diverse a livello di struttura del mercato. Tra talent e artisti che si affermano indipendente, tramite Spotify o YouTube, il ricambio è maggiore e la quantità di competitor è aumentata notevolmente. Ad un artista giovane consiglierei di trovare un benchmark valido, like e dislike è un concetto travisato, non fanno parte del mondo reale. L’apprezzamento sui social andrebbe visto con un certo distacco, si tratta di coinvolgimento di fanbase e dinamiche che non sono proprio della musica. Bisogna avere originalità. Viviamo nell’epoca dei tutorial, i giovani vedono qualcosa che funziona e lo interpretano come un tutorial, un modello ispirazionale. Vogliono arrivare dove è arrivata quella determinata persona e tentano di avvicinarcisi il più possibile ma questo in realtà significa uscire dalla propria identità musicale per avvicinarsi a quello che è la copia di un’altra cosa. Bisogna invece coltivare la propria originalità anche a discapito delle tendenze del mercato“.