Non è la prima volta che accade e l’allarme relativo ad un nuovo asteroide pronto a colpire la Terra a dicembre 2019 sta ancora una volta mietendo vittime, in particolar modo su Facebook. C’è davvero da preoccuparsi? Certo che no, anche se (per questa volta) un fondo di verità della vicenda c’è.
L’asteroide che secondo la bufala del momento dovrebbe colpire la Terra più esattamente il prossimo 28 dicembre si chiama appunto asteroide 2010 GD37 ed esiste davvero. Tra l’altro, è pure di dimensioni ragguardevoli, ossia di 1,26 chilometri di diametro ed è normale dunque che la sua mole susciti una viva preoccupazione tra i non esperti. Eppure la NASA, nominata nella notizia social per aver reso noto l’imminente pericolo, non ha mai lanciato nessun allarme, semplicemente perché le probabilità che il corpo celeste si infranga sul nostro pianeta sono talmente rare da essere addirittura nulle.
Come sottolinea anche il sito specializzato Science20.com, proprio la NASA effettua una catalogazione di ogni asteroide per probabilità che questo colpisca la nostra Terra. La scala di valori va da 0 a 5, dove il numero più basso (naturalmente) indica la scarsissima possibilità che l’evento disastroso accada mentre quello più alto ci informa che un pericolo reale c’è ma con ampi margini di incertezza ancora. Ora il tanto chiacchierato asteroide 2010 GD37 ha punteggio pari a 0, il che significa davvero che non costituisce una minaccia reale per il nostro pianeta.
La diffusione della notizia, solo in piccolissima parte vera, si deve ancora una volta ad un meccanismo di bufala allarmistica e dunque virale. Per essere precisi, il nuovo sistema ATLAS fornisce un tempo di preavviso di un anno per l’eventuale impatto di un asteroide del diametro di più di un chilometro, con un’accuratezza davvero prossima al 100%. Insomma, siamo fuori pericolo anche questa volta e chissà ancora per quanto tempo.
Se le bufale che ci sono in giro fossero delle bufale letterali, cioè animali veri e propri, non ci sarebbe più posto per noi esseri umani su questo pianeta, dovremmo cercarcene un altro…