Madame Web, a dispetto del nome, non è un film che “intrappola” come una ragnatela. Il cinecomic di S. J. Clarkson, nonché quarta pellicola della Sony’s Spider-Man Universe, dimostra come questo nuovo franchise non riesca a decollare.
Sia perché la voglia di cinecomic sta svanendo, quindi la qualità viene sempre meno. Sia perché ormai siamo conditi e infarciti da film sui supereroi da non riuscire più a contarli.
Se Venom quantomeno offriva un po’ di spensieratezza al personaggio – ma qui entra in gioco la bravura di Tom Hardy, che non ha paura di mettersi nei panni di un giullare – Madame Web commette lo stesso errore di Morbius. Alla base dell’origin story di Cassandra Webb c’è una sceneggiatura pigra, che raramente offre guizzi di pathos o colpi di scena.
Dakota Johson ce la mette tutta per calarsi nei panni dell’enigmatica chiaroveggente, destinata a diventare un punto di riferimento per tre adolescenti “vagabonde” come lei: Julia Carpenter / Spider-Woman (interpretata da Sydney Sweeney), Mattie Franklin / Spider-Woman (Celeste O’Connor), e Anya Corazon / Araña (Isabela Merced).
La storia di Madame Web ha origine nella foresta pluviale in Perù, nel 1973. Qui assistiamo all’avventura di sua madre, incinta di lei al nono mese, mentre è alla ricerca di un potente ragno il cui veleno può aiutare a curare le persone. Il suo buon intento si conclude nel peggiore dei modi, quando viene tradita dalla sua guida di fiducia, che prende l’aracnide per sé. Trent’anni dopo, Cassandra Webb è una donna che lavora come paramedico a New York.
Essendo cresciuta da genitori adottivi, dopo la morte della madre durante il parto, la giovane difficilmente riesce a legare con qualcuno. Anche con il suo amico più stretto, Ben. In seguito a un incidente, Cassandra comincia ad avere delle sensazioni di dejà-vu, non rendendosi conto che i suoi poteri si stanno lentamente sviluppando. Grazie a una di queste visioni salverà la vita a tre ragazze – già citate prima – che si legheranno a lei in maniera indissolubile.
Madame Web è un film che viene dimenticato molto facilmente, colpa di una trama che non attrae. Troppe cose buttate alla rinfusa, quasi ci sia la necessita di scorrere col tempo, arrivando a un finale smorzato. L’effetto nostalgia, però, funziona: l’ambientazione dei primi anni 2000 (siamo nel 2003 per la precisione) è tutta racchiusa in una compilation pop – da Britney Spears alle Pussycat Dolls – che fa gridare ‘girl power’ al solo ascolto.
Ciò non basta per un’eroina affascinante come Cassandra Webb, che avrebbe bisogno di un approfondimento in più – il pochissimo tempo usato per raccontare le sue origini non è sufficiente.
Madame Web esce nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024.