Il concerto di Emis Killa a Ladispoli non ci sarà. La comunicazione arriva direttamente dall’amministrazione locale, nella persona del sindaco Alessandro Grando, che ha annunciato sui social l’avvenuta modifica del programma di capodanno della cittadina laziale. Nel frattempo contro il rapper sono piovute accuse di istigazione al femminicidio alle quali Emis Killa ha risposto, non senza amarezza.
Il concerto di Emis Killa a Ladispoli non si farà
Salta il concerto di Emis Killa a Ladispoli programmato per il 31 dicembre. La decisione dell’amministrazione locale, comunicata dal sindaco Alessandro Grando, è arrivata a seguito di alcune polemiche scatenate dal gruppo consiliare del Partito Democratico il quale, oltre, a considerare “spesa immorale” i denari stanziati per l’evento, ha criticato la scelta dell’artista alla luce del testo di Tre Messaggi In Segreteria, un brano del 2016 in cui il rapper interpreta i pensieri di uno stalker alle prese con la sua vittima, che perseguita senza tanti giri di parole.
Grando ha dunque comunicato che la scelta di annullare l’evento è dovuta “al fine di ristabilire un clima di serenità”. Nel frattempo un noto quotidiano ha parlato del brano come “inno al femminicidio”, e per questo Emis Killa si è sentito di replicare sui social.
La replica di Emis Killa
Raggiunto da alcuni titoli ad effetto pubblicati dai media, Emis Killa ha affidato la sua replica ai social. Nelle storie Instagram, dopo un eloquente “ma siete seri?” ha risposto:
“Nel rap esiste una cosa chiamata storytelling. Significa rappresentare una storia in rima, bella o brutta che sia. Nel caso del pezzo da voi menzionato (ben 7 anni dopo tra l’altro, siete sul pezzo insomma) io interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo, per quanto spiacevoli, accadono. Nel pezzo non è Emiliano che parla, e non penso nemmeno di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire. In un altro storytelling molto più recente interpreto Renato Vallanzasca, non so, volete accollarmi qualche anno di galera? Oppure radiamo da tutti i cinema Denzel Washington, visto che in He Got Game uccide la moglie. Vi dovete ripigliare“.
Ancora:
“Per farvi un’idea di me a riguardo piuttosto dovreste parlare con le donne che fanno parte della mia vita, dalla mia famiglia alle mie amiche. Potete cancellare tutti i concerti che volete, bannare i rapper dalle radio, indignarvi in gruppo sui social, non cambierete così la realtà che gente come me ha il coraggio di raccontare, anche quando questo mi torna indietro nel peggiore dei modi. Cercate i colpevoli tra i colpevoli, non tra chi è dalla vostra parte pur avendo un altro modo di affrontare le cose”.