Inutile girarci intorno: la grande attrazione di Only Murders in the Building 3 è Meryl Streep. Non solo perché la grande attrice americana è tra le guest star della nuova stagione, ma perché è il cuore della storia.
Un nuovo mistero, un nuovo caso di omicidio e nuovi personaggi. Stavolta il morto è come uno di quei colpi di scena tipici del teatro. Accade all’improvviso, nessuno se lo aspetta, neanche gli attori stessi. Il divo hollywoodiano Ben Glenroy (una delle grandi guest star della stagione, Paul Rudd) muore sul palcoscenico davanti a centinaia di persone, durante la prima dello spettacolo di Oliver (Martin Short), Death Rattle: così inizia Only Murders in the Building 3.
Tutti gli attori del cast diventano dei principali sospettati, dato che l’assassino deve per forza appartenere alla produzione. Anche Charles (Steve Martin), di solito abituato a indagare sugli omicidi, diventa uno di loro. Lo spettacolo, però, deve andare avanti, nonostante la morte del protagonista, Ben. E dato che “La vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita”, Oliver è improvvisamente ispirato. Complice una pessima recensione, il regista decide di modificare il suo spettacolo per renderlo migliore. Un musical.
Mabel (Selena Gomez) si sente messa da parte poiché Oliver e Charles sono impegnati nel loro spettacolo, così la ragazza indaga da sola sulla morte di Ben, cercando indizi che possano aiutarla a costruire il suo nuovo podcast sul true crime. Contemporaneamente, Mabel tenta anche di coinvolgere i suoi due amici nel rianimare il vecchio format. Sempre più isolata, la giovane finisce per trovare una spalla complice nel regista (Jesse Williams) che Ben aveva ingaggiato per realizzare un documentario sulla sua vita. Il tempo in solitaria permette a Mabel anche di riflettere sulla sua vita: alla soglia dei trent’anni deve capire cosa vuole.
Come scritto prima, Meryl Streep è il fulcro di Only Murders in the Building 3. La storia del suo personaggio, Loretta, è importante non solo ai fini della narrazione, ma anche per la storia stessa che si intreccia coi protagonisti. Loretta Durkin ci viene introdotta all’inizio della stagione. E’ un’attrice che non ha mai trovato la sua grande occasione. Da piccola si è innamorata del teatro e ha studiato duramente per farne parte, ma senza successo. Finché Oliver la scopre per puro caso mentre sta facendo dei provini. Loretta lo stupisce poiché recita con passione, tant’è che ottiene la parte della bambinaia nel suo spettacolo. Oliver crede in lei al punto da considerarla il cuore del suo show.
Charles, invece, vive i suoi tormenti personali e sentimentali. Seppur abbia una certa età non può fare a meno di sentirsi insicuro nella sua nuova relazione. Anche nel lavoro le cose non vanno per il meglio quando emergono delle fragilità inaspettate che Only Murders in the Building 3 riesce ad esprimere sulla scena in maniera leggera, senza fare troppi drammi.
Quando Charles, Oliver e Mabel finiscono per restare troppo coinvolti nel caso di Ben, la loro amicizia viene messa duramente alla prova.
Only Murders in the Building 3 esce un po’ da quella che era la sua zona comfort (l’edificio dell’Arconia) per esplorare nuovi territori, in questo caso il teatro, dove tutto si trasforma in una storia nella storia. C’è la narrazione principale, c’è quella delle guest star (che sono più parte della serie, non sono solo “di contorno”, come accadeva nella passata stagione), e c’è il loro racconto.
Only Murders in the Building 3 riesce anche in questa stagione a sapersi reinventare, osando al di là dei suoi limiti e creando nuovi elementi di mistero. Il fulcro della serie sono sempre i tre protagonisti: Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez sono ormai un trio funzionale, dinamico, dotato di una grande alchimia che è ancora più solida in questa stagione.
Due generazioni a confronto (due veterani, maestri della comicità e una giovane artista) che hanno trovato un punto di incontro e di dialogo. Ed è sempre bello vedere Oliver e Charles alle prese con la tecnologia moderna in maniera goffa, sotto lo sguardo di una Mabel, molto più matura, che cerca di far comprendere loro i misteri del linguaggio giovanile.