Ricorre l’11 aprile Santa Gemma Galgani, ma sui social c’è confusione: “Perché è in tendenza?”, si chiedono decine di utenti disorientati. La risposta è nell’omonimia e in un pubblico che troppe volte è senza pretese: la curiosità nasce perché si crede ad un riferimento alla stessa Gemma Galgani del trono over di Uomini E Donne. Per il momento quest’ultima non è Santa, per sua fortuna in quanto ancora in vita.
Così scoppia l’ironia: “Santa Gemma Galgani fa il bagno nell’acqua santa”, e vediamo la tronista ricevere un gavettone d’acqua sulle note di What A Feeling di fronte a una sorpresa Maria De Filippi. All’estero non conoscono Uomini E Donne, per cui celebrano la Santa senza contaminazioni. Ma chi era Santa Gemma Galgani?
La storia di Gemma Galgani è, su molti aspetti, figlia di un’epoca in cui anche le vittime di violenza come Maria Goretti diventavano banderuole per far sì che mater ecclesiae presentasse ai fedeli nuove icone cui ispirarsi. Icone, queste, che del perdono e della fede – secondo le carte dei vari processi di canonizzazione – avevano ammantato il loro percorso personale e spirituale.
Santa Gemma Galgani nacque a Capannori il 12 marzo 1878 ed è, per i fedeli, una mistica passionista per via delle stigmate che avrebbe ricevuto in dono. Di lei ha scritto anche Giordano Bruno Guerri, che nel suo libro Povera Santa Povero Assassino su Maria Goretti, descrive la Galgani come una ragazza alle prese con le più fisiologiche e consuete tentazioni della carne, ma che ella stessa spiegava come fuoco divino. A tal proposito Guerri scrive:
“È palese, che, sulla spinta di una furente misoginia ecclesiale, sono davvero convinte di essere strumento di perdizione. In realtà le sante di questo tipo, come le streghe, erano spesso vittime di nevrosi, psicosi, isterismo e i teologi, come gli inquisitori, scambiavano le loro turbe – oggi studiate dalla psicanalisi – per santità o stregoneria”.
Studiare il caso Galgani una volta che il nome spunta tra i trend social – equivocando, ma tant’è – allenerebbe il muscolo della curiosità e dello spirito critico, troppo spesso anestetizzati dalle bolle e i bias di conferma che sono una tossica zona di comfort.