Dopo il caso Retegui imporre la presenza di almeno cinque calciatori italiani in campo per ogni partita. Un rimedio drastico per impedire l’impoverimento del calcio italiano. Mateo Retegui ha festeggiato con due reti in due partite il suo debutto in Nazionale. Retegui è così diventato l’oriundo più famoso della storia contemporanea del calcio italiano. Felice per la scelta compiuta il CT della Nazionale Roberto Mancini sta valutando altri calciatori oriundi confidando di aver lo stesso successo ottenuto con Retegui (leggi di più).
Nicolas Capaldo, Giuliano Galoppo, Marco Di Cesare e Gianluca Prestianni sono i nomi sul taccuino del selezionatore azzurro. Saranno presto convocati in Nazionale come Mateo Retegui ? Lo scopriremo al prossimo giro d’impegni internazionali dell’undici azzurro apparso davvero malconcio in occasione dell’avvio delle Qualificazioni europee.
Il cammino delle italiane in Champions League aveva forse creato qualche illusione. Con tre squadre tra le prime otto ed un’ottima probabilità che una possa approdare in finale, si poteva forse pensare che la crisi fosse alle spalle. La convocazione a sorpresa di Mateo Retegui del quale è stato scoperto un antenato italiano ha riportato tutti alla triste realtà del calcio italiano. I calciatori italiani impegnati ad alto livello si contano sulle dita della mano. Di una sola mano.
In molto gare, dalla serie A alle categorie giovanili, non scende in campo neanche un atleta italiano. A fronte di questa lacuna come si può immaginare di allestire una nazionale competitiva? Per certi aspetti la convocazione di Retegui, che non parla la lingua italiana ma si esprime bene nella lingua del gol, è stato la provocazione estrema di Mancini. Un campanello d’allarme che deve imporre drastiche decisioni.
Certamente il mondo è cambiato, la competizione è diventata globale, sono caduti ostacoli alla circolazione degli atleti e persino la normativa fiscale induce i club a preferire l’acquisto di stranieri rispetto ai calciatori italiani al punto che bisogna , per metter insieme le convocazioni, andare a pescare Retegui quasi alla fine del mondo come Papa Francesco.
Per una crisi così grave, urgono rimedi drastici e gravissimi. L’idea più coraggiosa sarebbe quella d’imporre la presenza di almeno cinque atleti italiani in campo in tutte le gare. Cinque calciatori italiani nella lista di partenza e durante tutta la gara anche in caso di sostituzioni ed infortuni. Non amo molto le quote, ma hanno una loro utilità pratica. Questo meccanismo imporrebbe alle società di investire sui vivai e di concentrare le manovre di mercato anche nei riguardi del calciatori italiani. Ci vorrà del tempo, ma questo percorso porterà nuova linfa al calcio italiano perché credo che di talenti come Retegui l’Italia sia piena ma nessuno si prende la briga di andarli e cercare e valorizzare adeguatamente.
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Per processi imitativi potremmo risorgere,copiare paesi come la Spagna ad esempio dove i settori giovanili sono una cosa seria,aziendale,politica mirata per l’accrescimento della società e dell’individuo,prima come uomo e poi come atleta/calciatore.In Italia molti settori giovanili sono succursali INPS,l’abitudine al non evolversi e’ diventata routine.Mancano strutture sportive adeguate ma manca soprattutto la volonta’ dirigenziale e norme che tutelino i giovani..sempre a puntare il dito contro quest’ultimi ed invece la colpa e’ politica nel senso degli organi federali e le societa’ miope con poca lungimiranza.In Spagna il 24% dei calciatori e’ formato nei club di appartenenza,formati professionalmente con tecnici ben retribuiti non rimborso spese( il cosiddetto dopo/lavoro)la professionalita’ richiede tempo e competenza,quindi studio.Il settore giovanile in Italia viene visto come un fastidio per molte societa’,viene dato in franchising..e se lo fai bene…spesso nelle fasi finali delle manifestazioni ti chiedono di uscirne per non gravare sui bilanci…sogni infranti per un mucchietto di soldi..quanti?Pochi,miserabili pseudo dirigenti e societa’ tutti lo sanno tecnici,direttori,dirigenti e procuratori ma va bene tutto…siamo in Italia..prova a dirlo a denunciarlo a scriverlo e ti ritrovi fuori…diventi scomodo soprattutto se non riesci a farlo privatamente il tuo lavoro perche’ non hai le giuste competenze o non ti sei fatto un curriculum..povero calcio povera Italia.In Italia tranne l’Atalanta,l’Empoli,Lecce,Milan Inter ed Juve poche altre si salvano..il settore giovanile da risorsa di mercato diventa un fastidio.QUANTI STRANIERI GIOCANO IN ITALIA…quasi il 60%da federazioni straniere..conseguenza di tutto cio’,un calcio impoverito, di talenti italiani che vengono parcheggiati..poi si parla😀 della doppietta di Retegui..mamma mia contro Malta un giovane attaccante italiano di serie C avrebbe forse fatto meglio..e per di piu’ si sarebbe valorizzato un prodotto del vivaio,ma dimenticavo il fine ultimo resta vincere..dei giovani se ne fregano..basta alzare la coppa o vincere i campionati..Viva l’Italia..del non fare e progettare futuro..tutto passa anche questa passera’.Essere in una societa’ o lega o federazione,qualsiasi ruolo si svolga, indossare un emblema,una casacca e non apportare nulla vuol dire morire di abitudini.
Soluzione drastica, che potrebbe comportare il rischio di affidarsi a giocatori non in linea con il sistema di gioco ideato dall’allenatore, solo perché italiani. Non so, sicuramente sarebbe una soluzione, ma non so quanto i club ne sarebbero felici. Si potrebbe agire sulla politica che regolamenta il calcio, ad esempio con sgravi fiscali per chi ha un certo numero di italiani in rosa, ma tenerne 5 in campo, sostituzioni e infortuni compresi, non comporterebbe il rischio di imporre all’allenatore un tipo di gioco diverso da quello che magari ha in mente? Come al solito complimenti: dal tuo pezzo si possono ricavare puntate su puntate.
Di difficile attuazione visto dove va’ il mondo, ma in chiave Italia del calcio sarebbe un provvedimento assolutamente utile.
Sono favorevole. Ricordo che anni fa c’era la regola dei tre stranieri in campo: ora sarebbe difficilmente proponibile. Ma occorre un provvedimento
Sono certamente favorevole, questo per la certezza che si concede alle legittime speranze di tanti giovani sognatori italiani, e poi risulta pienamente in linea con la tanto perseguita continuità di integrazione etnica!!! Bruno Gentile
Sono certamente favorevole, questo per la certezza che si concede alle legittime speranze di tanti giovani sognatori italiani, e poi risulta pienamente in linea con la tanto perseguita continuità di integrazione etnica!!!