La Champions League torna a parlare italiano. La Serie A porterà una squadra nella finale Champions di Istanbul al termine del confronto tra Milan ed Inter. Nell’altro lato del tabellone si fronteggiano il Real Madrid di Carlo Ancelotti, re della Champions, ed il City di Guardiola che oltre al cognome ha anche una parte italiana nel suo DNA calcistico.
Se la presenza di Guardiola ed Ancelotti nelle fasi conclusive della Champions è una consuetudine, la grande sorpresa è il ritorno europeo del derby della Madonnina dopo anni di scarse fortune continentali sia in casa rossonera che nerazzurra. Simone Inzaghi e Stefano Pioli guidano le ultime due vincitrici del campionato italiano e puntano ad un sogno che ad inizio stagione appariva impossibile.
Dispiace che a questo novero italiano in Champions manchi Spalletti indiscusso dominatore della stagione in Italia ed in Europa fino al termine del mese di marzo. Dopo il sorteggio di Nyon il Napoli appariva il grande favorito per l’approdo nella finale di Champions. Le due sfide contro il Milan hanno scritto un verdetto sportivo diverso che comunque non inficia la straordinaria stagione del club di Aurelio De Laurentiis.
Pochi calciatori italiani in campo nelle semifinali di Champions, ma tanta Italia in panchina. Anzi tanta Emilia perché i tre tecnici italiani che si contenderanno la Champions insieme a Guardiola sono nati nel raggio di pochi chilometri. Carlo Ancelotti è originario di Reggiolo, Simone Inzaghi di Parma. Stefano Pioli di Piacenza. Insomma Emilia docet in Champions League (leggi di più) .
La Serie A è scivolata nella classifica delle principali leghe calcistiche europee. Impianti inadeguati, debiti enormi dei club, violenze ed insulti, pochi investimenti seri nei settori giovanili, moltiplicazione delle gare inutili, esasperante spezzatino televisivo. Sono tanti i fattori che hanno fatto retrocedere l’Italia al punto che gli azzurri sono stati assenti dalle ultime due edizioni dei Mondiali in Russia e Qatar.
La presenza di tre allenatori italiani su quattro nelle semifinali di Champions League dimostra che però la scuola italiana ha ancora dei valori tecnici importanti. Stefano Pioli, Simone Inzaghi e Carlo Ancelotti hanno storie professionali molto diverse ma una matrice unitaria: pragmatismo e concentrazione sul risultato senza aderire alle mode del momento. I tre sono calcisticamente italici al cento per cento. E ciascuna delle loro tifoserie può sognare la grandissima impresa.
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Se al 90 % delle societa’o poco piu’ non interessa il settore giovanile..di cosa vogliamo disquisire..ed allora bisogna cambiare le regole imitare Spagna o altra nazione non ha importanza.Ibbligare una percentuale dei bilanci ad investire nel settore giovanile con contratti seri a professionisti seri e competenti e basta con i miseri rimborsi spese.
Se questo succede ad alto livello provate ad immaginare quel che succede nelle categorie inferiori..pensate che in C e D danno i settori giovanili a privati..ma se vai ai play off perche’ qualcuno che lavora bene c’e’ il presidente si arrabbia pure..eh piu’ costi,piu’ viaggi,potrei continuare all’infinito..la colpa e’ dei sistemi non del sistema..povero calcio italiano..povera Italia..(vale per tutti I settori lavorativi ovviamente)vergogna assoluta..ah dimenticavo buona domenica a tutti.
Il calcio italiano, due facce della stessa medaglia. Allenatori vincenti e scarsità di giocatori in grado di affrontare le grandi competizioni perché si privilegiano (per motivi anche extracalcistici sui quali molto ci sarebbe da discutere) giocatori stranieri. Nella stragrande maggioranza delle nostre squadre di club trovano posto tra i titolari due, al massimo tre giocatori italiani; per qualcun altro ci sono solo sporadici scampoli di partita. Gli effetti negativi ricadono sulla Nazionale (Per l’Under 21 il buon Paolo Nicolato va a prenderli anche in Serie C) dove ob torto collo il CT è costretto a schierare giocatori con scarsissima o nessuna esperienza internazionale. Su questa strada sarà durissima anche la qualificazione per il prossimo Mondiale e non credo che possiamo essere contenti per il solo fatto di avere bravissimi allenatori.