The Handmaid’s Tale e la distopia che suona reale: “Che orgoglio le proteste delle donne col costume dell’Ancella”

Le proteste coi costumi di The Handmaid's Tale dopo la sentenza sull'aborto negli USA, una distopia inquietantemente realistica quella ispirata al romanzo di Margaret Atwood

@HULU


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The Handmaid’s Tale è balzata in tendenza sui social nell’ultima settimana dopo la storica e per molti versi scioccante della Corte Suprema degli Stati Uniti, frutto di una maggioranza conservatrice assicurata dalle scelte dell’ex presidente Donald Trump in termini di nomine, con cui l’aborto è stato espunto dai diritti costituzionalmente garantiti. L’effetto è che ogni Stato sarà libero di disciplinarlo come crede, in base a leggi nazionali che potranno essere più o meno restrittive, più o meno concessive: negli ultimi mesi in luoghi come Georgia, Ohio e Texas, per esempio, sono state varate legislazioni in senso antiabortista, mentre altri Paesi come la California si fanno ora baluardo della libertà delle donne, invitando tutte coloro che vedessero limitato il loro diritto all’interruzione di gravidanza a recarsi nel Paese per ricevere il trattamento e le cure necessarie.

Così la distopia di The Handmaid’s Tale sembra un po’ meno surreale e un po’ più vicina: il romanzo di Margaret Atwood, scritto pochi anni dopo la storica sentenza Roe v. Wade che legalizzò l’aborto negli Stati Uniti, racconta un territorio statunitense semidistrutto da una guerra nucleare e sostituito da una teocrazia in cui le poche donne fertili rimaste sono precettate per mettere al mondo i figli della classe dirigente del regime. Un meccanismo istituzionalizzato di abusi sulle donne non sposate, omosessuali o a vario titolo peccatrici, costrette a procreare per conto delle élite e a contrastare così una infertilità diffusa che mette a rischio la prosecuzione della specie. Indossare il costume da Ancella, la tunica rossa col copricapo bianco che distingue le giovani incubatrici viventi di Gilead, è diventata un’usanza per le donne scese in piazza in questi ultimi anni e mesi di battaglie per la garanzia dei diritti riproduttivi. Un’immagine della resistenza delle donne che non vogliono rinunciare alla propria libertà di scelta e che si contrappongono ai movimenti pro-vita, entusiasti – loro sì – della decisione della Corte Suprema.

Il produttore esecutivo di The Handmaid’s Tale Warren Littlefield, in un’intervista rilasciata poco dopo l’incredibile sentenza, ha commentato ai microfoni di Variety la sensazione di sentirsi – sfortunatamente – profetici nella scrittura di questa serie Hulu, giunta ormai alla quinta stagione in arrivo a settembre.

Abbiamo detto molte volte nel corso degli anni che ci piacerebbe essere meno pertinenti, ma purtroppo lo spettacolo è stato ossessivamente pertinente. E oggi sembra lo sia ancora di più. Penso che tutti vorremmo definirla un concetto bizzarro, distopico, completamente incredibile. Tutti vorremmo fosse una graphic novel inventata.

Invece The Handmaid’s Tale, ispirata all’omonimo romanzo della scrittrice canadese Atwood uscito nel 1990, è considerato talmente attuale e rilevante nei suoi contenuti che è ormai un riferimento costante delle battaglie femministe per la parità dei diritti e per la tutela delle libertà di scelta delle donne. Littlefield sottolinea l’orgoglio di aver influenzato in modo così profondo l’immaginario collettivo, ma anche il dolore di dover constatare come un universo narrativo basato sui soprusi di genere suoni inquietantemente realistico.

È un enorme motivo di orgoglio vedere le proteste in tutto il paese – e anche le proteste in tutto il mondo – in cui le donne indossano il costume dell’Ancella, la veste e il berretto, e lo vediamo diventare un simbolo della lotta per la libertà delle donne e diritti. Ma oggi provo un’enorme tristezza, rabbia e frustrazione per quello che siamo in questo momento in America e per quello che significa. Negli ultimi anni abbiamo assistito all’ascesa dell’estrema destra in tutto il pianeta. Sfortunatamente, penso che gli Stati Uniti siano i più avanti in questo, e con l’ascesa di quel movimento, nella continua restrizione dei diritti e della libertà delle donne (…)”.

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  • Atwood, Margaret (Author)