Intervista a Shila Vosough Ommi di Teheran, dalla serie Apple TV+ al suo debutto da regista: “Apritevi al cinema iraniano”

L'attrice Shila Vosough Omni di Teheran, la serie Apple TV+ che racconta la crisi tra Iran e Israele, si racconta in un'intervista con OM

Shila Vosough Omni di Teheran

Credits photo: @Apple TV+


INTERAZIONI: 1

Shila Vosough Ommi di Teheran è una delle co-stars della serie di spionaggio Apple TV+ che racconta la crisi tra Iran e Israele. Lo show ha debuttato da qualche settimana sulla piattaforma di streaming con la sua seconda stagione.

L’abbiamo incontrata e si è confidata con noi in un’intervista in cui ha parlato non solo del suo ruolo, ma anche di quanto sia stato importante per lei interpretare Nahid.

Nella serie interpreti Nahid, la moglie di Faraz. Nella prima stagione, lei aveva più un ruolo ricorrente, mentre stavolta sembra quasi interpretare un ruolo chiave che potrebbe compromettere il lavoro di Faraz a Teheran. Cosa c’è in serbo per loro e quanto pensi sia cambiato il tuo personaggio?
Cosa succederà a Nahid? Non lo so, spetta agli sceneggiatori. Nella prima stagione lei era coinvolta nella trama e la ragione per cui ho accettato il ruolo era perché ho parlato con il regista che mi ha detto come il personaggio sia direttamente coinvolto nella storia. Non è solo una moglie che da ornamento, ma sarà ancora più coinvolta – ed è ciò che sta succedendo nella stagione 2.

Quanto è stato importante per te, come attrice e donna, scavare a fondo nella salute mentale di Nahid e qual è il messaggio che vuoi mandare alle persone che stanno soffrendo e sono nella stessa situazione?
Per me è molto importante, non solo come donna ma come essere umano. Sono una persona che ha dovuto lasciare il Paese in cui è nata. Come essere umano ho dovuto affrontare tanti traumi. Per me è importante che le persone capiscano che il trauma, soprattutto quello che scaturisce dall’infanzia, è così potente che se non te ne curi o non ne parli con qualcuno, con un terapista, in qualche modo potrebbe diventare davvero pericoloso perché non solo potrebbe rovinare la tua vita, ma anche quella degli altri. Il trauma non possiamo ignorarlo. Può colpire chiunque in forme diverse. Non necessariamente a causa della guerra o di una violenza. Molte volte dobbiamo capire che per i bambini il trauma viene causato dall’essere invisibile.

Teheran sta diventando più complesso e globale in questa stagione. Più la storia va avanti, più nuovi segreti vengono svelati. So che siamo appena all’inizio, ma c’è qualcosa che puoi dirci sul finale di stagione?
Sfortunatamente no! Come hai potuto vedere, è una continua esperienza. E non voglio rovinarla alle persone che lo vedono per la prima volta.

Lo scorso anno hai diretto il tuo primo film, Wake up, Sleeping Beauty. Com’è stata l’esperienza e pensi di girarne un altro?
Il film doveva essere uno spettacolo teatrale e il Los Angeles Department of Mental Health mi aveva chiesto di dirigerlo. Poi è scoppiata la pandemia e quindi mi hanno detto che se volevo potevo trasformarlo in qualcos’altro, ma ho chiesto se potevo farne un film. Mi hanno dato l’ok, ma l’unica condizione era questa: non più di due attori dovevano stare insieme nella stessa stanza, e indossare le mascherine. Quindi ho sistemato la mia casa, ho chiamato gli attori in giorni diversi, e ho dato loro indicazioni su dove dovevano guardare. Mettere insieme le immagini è stato bellissimo: sembrava di avere 4 persone in un’unica stanza. Il film è comunque importante perché raccontare il trauma. Noi iraniani che viviamo in ogni parte del mondo, siamo persone rimaste traumatizzate dai cambiamenti del paese. Il film parla anche dell’importanza di confidarsi e farsi aiutare da un terapista così da uscirne migliori.

Il cinema iraniano sta ricevendo molti riconoscimenti negli anni recenti perché è così realistico, parla di divario sociale e insegnamenti morali. Basta nominare Asghar Farhādi e il suo bellissimo Una Separazione che conteneva tutti questi elementi. Cosa consigli al pubblico che vuole approcciarsi a questo genere di cinema?
Il mio consiglio è: apritevi al cinema da ogni parte del mondo, specialmente quello iraniano. Sento che più ti apri alle culture diverse, di più scopri qualcosa per te stesso. La vita si arricchisce. Noi come iraniani abbiamo molto da offrire al mondo. Abbiamo mille anni di storia. Abbiamo una lingua bellissima piena di metafore, melodie e poesia. Aprite i vostri occhi e i vostri cuori.

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