Al Ridotto del Mercadante, nell’ambito della rassegna INNESTI, è in scena lo spettacolo Cuòre: sostantivo maschile, drammaturgia di Angela Di Maso dalla Storia di Alvia e Daniela, con la regia di Alvia Reale, interpretato da Daniela Giovannetti e dalla stessa Reale, da mercoledì 11 a domenica 15 maggio.
Lo spettacolo approda a Napoli dopo aver riscosso un successo di pubblico e di critica al debutto dello scorso ottobre a Roma, a conferma della originalità del progetto teatrale.
“E questo lavoro corale nasce da tre desideri – scrive la drammaturga Angela Di Maso, nonché musicista, filosofa, regista, giornalista – quello mio, di Alvia e di Daniela di creare qualcosa insieme. qualcosa che fosse un progetto originale, ma in cui l’originalità fosse sinonimo di verità. Ben sapendo che la verità è un percorso da costruire, non un traguardo da cui partire. E si sa che noi tutti molte volte preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Vivi. Ma noi tre questa verità la volevamo. A tutti i costi. Alvia e Daniela allora si sono messe a disposizione di questo nostro progetto in prima persona, andando quindi al di là del puro atto interpretativo per diventare loro stesse oggetto di analisi da cui fare nascere l’atto creativo. Perché ogni verità è un percorso tracciato solo attraversando la vita stessa. Passata. Presente e futura. Forse. A me il compito in questo momento teatrale più rivoluzionario: ascoltare. E avere scritto il testo in cui il loro Cuòre diventa un luogo in cui a noi tutti è dato ritrovarsi. Per Riconoscersi”.
Cuòre: sostantivo maschile è uno spettacolo che parla di chi il teatro lo fa e di teatro vive, che nasce dopo il sofferto silenzio scenico imposto dalla lunga pandemia che ha chiuso tutti i palcoscenici, tutti gli spazi culturali e artistici. Nasce dunque come necessità e bisogno di parlare di sé: «Non c’è agonia più grande – scrive nelle note Alvia Reale – che tenere una storia non raccontata dentro di sé».
Daniela Giovanetti e Alvia Reale in una convincente interpretazione , ora tenera, ora pungente, ma molto intima, raccontano non solo se stesse e le difficoltà del loro lavoro, ma esprimono con una crudezza viscerale la battaglia infinita che si scontra tra desideri e illusioni, rappresentando appunto “da dentro” il vissuto del mondo teatrale.
«Il pensiero di tornare a lavorare nello stesso modo – continua Reale – con un regista che sceglie per te il testo, con un teatro che sceglie per te i compagni di lavoro e le modalità, ci è parso non sopportabile. Ci siamo prese quindi la responsabilità di fare una scelta in autonomia. Nel frattempo, io personalmente, ho dovuto fare i conti con la morte di mia madre, con il suo funerale deserto, con la paura di non essere più neanche in grado di saper raccontare delle storie. Di questo abbiamo parlato con Daniela, quando ci siamo incontrate davanti ad un Teatro chiuso. Abbiamo azzardato: Perché non parlare di noi? “Non c’è agonia più grande che tenere una storia non raccontata dentro di sé”. In fondo noi siamo le storie che abbiamo vissuto, che ci hanno dischiuso orizzonti, che scriviamo con la nostra vita e che impariamo a trasmettere. Per fare questo però, avevamo bisogno di un Drammaturgo che rendesse materia Poetica e Teatrale i nostri racconti. Subito abbiamo pensato ad Angela, con la quale da tanto volevamo collaborare».
In una intervista di qualche tempo fa Angela Di Maso sottolineò a proposito della necessità delle artiste e delle drammaturghe di fare rete: “Dovremmo scambiarci idee, progetti, unire la creatività e dare vita al più bello dei Teatri aperto a chiunque abbia qualcosa da dire. Confido che ciò possa accadere e so per certo che è inutile affannarsi o dispiacersi se qualcuno che ci sembra abbia poteri non ci dia la giusta importanza. Da gregorianista so che tutto è scritto. E quello che deve essere sarà!”
E questo incontro creativo per la realizzazione dello spettacolo Cuòre è avvenuto. «Angela è una drammaturga piena di grazia e di talento, ed è in grado di trattare anche le nostre “zone d’ombra”- sottolinea Alvia Reale -. Perché non ci sono solo storie buone, ci sono anche storie di odio, di dolore, di inimicizie e delusioni. E così, ricordando quelle che eravamo mentre ballavamo “con” Don Lurio, bisognerà affrontare un passato che potrebbe schiacciarci. In fondo, come scrive Karen Blixen «tutti i dolori possono essere sopportati se vengono messi in un racconto, o se si narra, su di essi, un racconto».
Lo spazio scenico, le luci e le immagini sono di Francesco Calcagnini; i costumi di Sandra Cardini; assistente alla regia Ilaria Iuozzo; la produzione del Gruppo della Creta.
Info www. teatrodinapoli.it
Biglietteria tel. 081.5513396 | e.mail biglietteria@ teatrodinapoli.it