Elisabeth Moss sull’affiliazione a Scientology e la contraddizione col ruolo in The Handmaid’s Tale: “Sono contro le teocrazie”

Elisabeth Moss ha parlato della sua affiliazione a Scientology e dell'apparente contraddizione col suo ruolo di eroina della Resistenza alla teocrazia in The Handmaid's Tale

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Elisabeth Moss ha sempre evitato di parlare in modo approfondito della sua affiliazione a Scientology, il controverso movimento religioso, riconosciuto ufficialmente come religione solo in alcuni Stati come USA e Australia, che vanta tra i suoi adepti anche altre star di Hollywood come Tom Cruise, John Travolta e Kirstie Alley. Ma contrariamente al passato, l’attrice di The Handmaid’s Tale ha recentemente rilasciato una lunga intervista al New Yorker in cui non si è sottratta alle domande sulla sua pratica religiosa: cresciuta sin da ragazzina nell’ambiente di Scientology, l’interprete dell’ancella nata dalla penna di Margaret Atwood difende il culto e non ritiene affatto sia paragonabile ad una setta.

Elisabeth Moss non ritiene onesto dipingere Scientology come una “religione chiusa“, anzi, ritiene sia “un posto molto aperto, ad esempio, ad accogliere qualcuno che vuole saperne di più“: il presunto aspetto settario del culto, secondo l’attrice, è in assoluto quello “più frainteso” dall’opinione pubblica. Nel corso dei decenni, la Chiesa di Scientology è stata associata a discutibili pratiche di controllo mentale degli adepti, costrizioni fisiche e morali, pretese di isolamento e alienazione dei singoli seguaci rispetto alle loro famiglie e al resto della società. Accuse, alcune delle quali mosse anche da ex cultori, sempre respinte dai vertici dell’associazione religiosa.

Elisabeth Moss sostiene che in Scientology non vi sia nulla di paragonabile alla teocrazia che il suo personaggio più noto, June Osborne, combatte nella serie distopica The Handmaid’s Tale. Anzi, assicura che “la libertà religiosa e la resistenza contro una teocrazia sono cose molto importanti per me“. Inoltre, la star di Mad Men spiega di aver rinunciato a combattere contro i preconcetti del pubblico condizionato dalla sua affiliazione a Scientology.

Non sento il bisogno di difendere i miei legami con l’organizzazione. Non voglio che le persone siano distratte da qualcosa quando mi guardano. Ovviamente le persone possono focalizzare la loro attenzione su quello che vogliono, e io non posso controllarlo. Se non è quello, sarà qualcos’altro.

Elisabeth Moss ritiene che la cultura di Scientology sia stata fondamentale nella sua vita sotto un aspetto cruciale per la recitazione: le ha insegnato a comunicare, educandola all’ascolto e a mettersi nei panni altrui.

La comunicazione è qualcosa che ovviamente uso così tanto, non solo nel mio lavoro ma anche nelle mie relazioni interpersonali. Questa è probabilmente tra le cose basilari la prima che ho imparato crescendo e che ho usato ogni giorno: il potere di essere semplicemente in grado di ascoltare qualcuno, di far sentire qualcuno ascoltato, di non sminuirlo per quello che pensa o crede, anche se pensi che sia sbagliato.

Elisabeth Moss ha anche aggiunto che la sua religione l’ha spinta a desiderare di interpretare ruoli particolarmente drammatici e personaggi che vivono “quegli incidenti traumatici, o quei momenti di dolore, che sia emotivo o fisico, che ti trattengono dall’essere quello che sei ora“.

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