Slow Horses su Apple TV+, Gary Oldman in una spy story all’inglese a cui però manca il mordente (recensione)

Abbiamo visto in anteprima Slow Horses su Apple TV+, elegante spy story guidata da Gary Oldman che però fatica a decollare: la recensione

Slow Horses su Apple TV+

Credits photo: @Apple TV+


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Slow Horses su Apple TV+ ci viene presentato come una storia di spionaggio dai toni dark ma umoristici che fatica a bilanciare tutto. La serie tv, basata sull’omonimo romanzo di Mick Herron, può contare sulla presenza scenica di Gary Oldman e Kristin Scott Thomas, due veterani nei panni di avversari, alla guida di un cast di giovanissimi che però non brillano.

Slow Horses su Apple TV+ parte subito nell’azione con un incipit avvincente: inseguimento in aeroporto, in cui l’agente River Cartwright (Jack Lowden) è alla ricerca di un potenziale attentatore, seguito a distanza dall’MI5. Sembra procedere tutto secondo i piani; pensano di aver individuato il soggetto sospetto, fino a quando River si rende conto di aver vergognosamente sbagliato persona. L’imbarazzo è tanto e di portata pubblica. L’azione si sposta con un salto temporale; River ora fa parte dei cosiddetti “Slow Horses”, ovvero “cavalli lenti”, agenti dell’MI5 che, in seguito a missioni fallite, vengono rilegati a Slough House, una sorta di purgatorio amministrativo dove sono alle prese con faccende burocratiche e scartoffie varie.

Il capo del dipartimento è Jackson Lamb (Oldman), un uomo rude e burbero, abituato a gestire i rifiuti dell’MI5. Un po’ meno, invece, ad avere a che fare con i suoi uomini. In questo ambiente stagnante, in cui sembra non succedere mai nulla, conosciamo mano a mano il resto del gruppo, tra i quali la giovane e intelligente Sid Baker (Olivia Cooke), che nasconde un segreto.

Le loro vite apparentemente piatte subiscono una svolta quando vengono coinvolti in caso dell’MI5: un giovane musulmano viene rapito da un gruppo di estremisti. A quel punto River decide di mettersi in gioco per dimostrare di valere ancora qualcosa, ma soprattutto ripulire il suo buon nome di famiglia – suo padre, interpretato da Jonathan Pryce, era una colonna portante dell’agenzia.

Dopo un inizio promettente, a quel punto Slow Horses su Apple TV+ si perde un po’ per strada e fatica a trovare il giusto equilibrio tra la spy story, e l’humour inglese di cui abbiamo avuto un assaggio nel trailer che annunciava la serie tv. La storia, infatti, risulta essere un enorme puzzle dove però i pezzi non riescono mai a incastrarsi del tutto. In altre parole, la trama perde il mordente iniziale e diventa ambiziosa, difficile da seguire; ovviamente c’è poco a tempo a disposizione per rispondere a tutte le domande in soli sei episodi.

Tuttavia, Slow Horses trova il suo punto di forza quando si concentra sulla dinamica tra Lamb e Diana Taverner, a capo delle operazioni dell’MI5, interpretata da Kristin Scott Thomas. Uno è caparbio e sarcastico; l’altra è algida e diffidente.

Slow Horses su Apple TV+ debutta con i primi due episodi il 1° aprile; i successivi saranno disponibili uno a settimana, ogni venerdì.