La Donna nella Casa di Fronte alla Ragazza dalla Finestra, un piacevole diversivo parodia dei thriller tutti uguali

La miniserie Netflix con Kristen Bell La Donna nella Casa di Fronte alla Ragazza dalla Finestra è un'elegante parodia di un thriller psicologico, che ridicolizza i cliché di un genere ormai inflazionato

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La Donna nella Casa di Fronte alla Ragazza dalla Finestra è una serie che fa di un suo difetto, il fatto di non avere un’identità chiara in termini di genere e registro stilistico, il suo punto di forza. Presentata da Netflix come una dark comedy thriller – che può voler dire tutto e niente sul suo contenuto – questa storia che ruota intorno ad una donna con problemi di dipendenza da alcol e pillole e un mistero apparentemente frutto delle sue allucinazioni si rivela un buon diversivo capace di intrattenere piacevolmente senza annoiare.

La Trama

La Donna nella Casa di Fronte alla Ragazza dalla Finestra ha una trama piuttosto semplice: una madre che ha perso sua figlia ed è finita in una grossa depressione affronta la sua vita solitaria, dopo essere stata lasciata dal marito, osservando il mondo dalla finestra del suo salotto, in un quartiere suburbano, con quantità enormi di vino, spesso mischiate a pillole e libri gialli che ne alimentano le fantasie ed allucinazioni. In questo contesto, a cui è dedicato l’intero primo episodio, la protagonista Anna (Kristen Bell) si convince di aver assistito all’omicidio della misteriosa fidanzata del suo nuovo e attraente vicino di casa, su cui aveva iniziato a fantasticare tra una cena di benvenuto e una favola della buonanotte letta alla figlia di lui, che ha la stessa età della bambina che Anna ha perso in circostanze misteriose.

Il mix di generi

È con questi ingredienti che La Donna nella Casa di Fronte alla Ragazza dalla Finestra inizia a costruire un racconto fatto di indagini private e ricerca di prove che è un po’ thriller, un po’ giallo, ma soprattutto molto commedia nera, percorso da un filo di ironia che tocca sottilmente tutti i personaggi, le loro fissazioni e perfino le loro patologie, ridicolizzando ad esempio le fobie più assurde e dai nomi impronunciabili, sintomi di problemi ben più gravi. La Donna nella Casa di Fronte alla Ragazza dalla Finestra estremizza e si prende gioco di tutte le figure retoriche sta-abusate nel genere crime e thriller negli ultimi anni, riproponendone in modo volutamente grottesco le situazioni tipiche, i personaggi standard, le ambientazioni classiche dell’America suburbana delle case con la staccionata bianca. Il personaggio di Bell, Anna, immersa in una routine domestica maniacale fatta di bottiglie di vino e pillole, oltre che di libri thriller da supermercato, è la narratrice della storia, che accompagna il telespettatore in questo tunnel di allucinazioni e verità poco credibili, in cui non si capisce mai davvero fino a che punto la trama proceda davvero o sia avvitata nelle fantasia prodotte dalla mente instabile della protagonista, visto che lei stessa sembra nutrire dubbi sulla natura di ciò che ha visto. Perfino i suoi ricordi del passato, della morte della figlia e della storia con l’ex marito sono sempre avvolti in una dimensione onirico-allucinogena in cui tutto sembra poter provenire dall’immaginazione fervida di Anna, che d’altronde si è fatta premessa nella prima scena della serie, in cui la protagonista individua proprio nella sua fantasia strabordante uno dei motivi per cui è rimasta sola. E alla fine a prevalere sulle altre è proprio la dimensione dell’assurdo, che risuona come una non troppo velata critica all’eccessiva stereotipizzazione del genere thriller, così inflazionato e sempre più uguale a se stesso, ormai alla stregua di un prodotto di massa da scaffale che non ha più nulla di originale. D’altronde lo stesso titolo così inutilmente lungo sembra una crasi dei tanti titoli di libri un po’ tutti uguali che affollano gli autogrill, le librerie e i supermercati (anche quello letto dalla protagonista nel corso della serie ne suona come una caricatura) e da cui sono tratti adattamenti tv o cinematografici che altrettanto si assomigliano tra loro.

Il cast

Il cast de La Donna nella Casa di Fronte alla Ragazza dalla Finestra non brilla per grandi talenti ma è comunque funzionale al racconto: Kristen Bell è una piacevole sorpresa e sembra qui alla sua evoluzione (o involuzione, se si considera l’aspetto psicologico del personaggio) rispetto all’investigatrice Veronica Mars, il suo ruolo più importante in carriera finora. Stavolta è una detective molto più improbabile della pur incredibile liceale che indagava nell’immaginaria Neptune, visto che le sue ricerche su una vittima apparentemente ancora in vita potrebbero portarla a scoprire di punto in bianco di aver immaginato tutto quanto accaduto fino a quel momento. Tom Riley e Michael Ealy sono altrettanto perfettamente calati nei panni del vicino di casa di Anna, Neil, e dell’ex marito Douglas. A loro si aggiunge l’interprete della piccola Emma, ​​Samsara Yett, altra figura importante nel tessere il coinvolgimento della protagonista nel misterioso melange familiare e nell’ipotetico delitto di cui sarebbe testimone.

Una sottile parodia

In definitiva La Donna nella Casa di Fronte alla Ragazza dalla Finestra è una miniserie che sembra priva di un’identità precisa, ma che trova la sua vocazione nell’essere una parodia elegante e ironica dei thriller psicologici che hanno invaso il mercato della letteratura e dell’audiovisivo negli ultimi decenni. E per tanto va presa per quel che è: una miniserie senza troppe pretese che, semmai, lascia nello spettatore soltanto un sorriso rispetto ai tanti cliché e alle assurdità che ci vengono propinate sotto l’ombrello del genere “thriller psicologico”.

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