La Casa di Carta 5, più guerriglia che trama, ma almeno una morte che cambia per sempre il racconto

La Casa di Carta 5 perde un personaggio chiave in una prima parte tutta improntata all'adrenalina da polvere da sparo: la nostra recensione

La Casa di Carta 5

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Gli autori de La Casa di Carta 5 avevano promesso la guerra totale e finale per l’ultimo atto della più inverosimile rapina della storia, ma non avevano certo avvertito il pubblico che ci sarebbe stata più guerriglia che trama in questa prima parte dell’ultima stagione. Se la quarta parte si era fin troppo adagiata sull’emotività dei personaggi e sui loro drammi personali, la quinta è tutta all’insegna dell’azione, e punta fin troppo sull’adrenalina da polvere da sparo.

(Attenzione spoiler!)

La Casa di Carta 5: la prima parte

I primi cinque episodi, disponibili dal 3 settembre su Netflix, sono una lunga, incessante, martellante guerra di posizione, con due nemici diversi: prima gli ostaggi che cercano una via di fuga guidati dall’ego ipertrofico di Arturito, poi un reparto speciale dell’esercito, con annesso il “fascista” Gandìa, che su ordine di Tamayo deve portarli tutti fuori dalla Banca vivi o morti. Questo si traduce in un susseguirsi infinito (e per questo anche un po’ noioso) di colpi di mitragliatrice e granate, tute rosse contro tute mimetiche, in continui tentativi di annientarsi a vicenda, fronti contrapposti che si sfidano per gran parte della messa in scena, fino a far sembrare la trama un lungo film d’azione intervallato da ricordi del passato. Rispetto alle precedenti stagioni si nota certamente un maggiore protagonismo delle donne: l’evoluzione di Lisbona, che diventa una sorta di Professore sul campo per di più potendo contare sulla sua formazione da poliziotta e su un’astuzia tutta femminile, è indubbiamente la più evidente e quella che trascina il resto della banda con una leadership indiscussa. Uno dei grandi problemi de La Casa di Carta era stato proprio questo, il continuo mettere in discussione la linea di comando sul campo, e i primi 15 minuti della nuova stagione erano partiti all’insegna dello stesso refrain, con Bogotà che tenta di convincere Palermo a non seguire le indicazioni del Professore e di Lisbona. Poi però la componente femminile si fa avanti: Lisbona negozia con la polizia, intuisce che il Professore non è nelle loro mani ma in quelle della sola Alicia Sierra, e guida tutti gli altri verso un difficile tentativo di fuga con l’oro della riserva nazionale. Anche Stoccolma supera un confine che non la renderà più la stessa, quando si ritrova a dover sparare ad Arturito, il padre di suo figlio Cincinnati, e resterà scioccata dal suo primo (presunto) omicidio. Mentre a Tokyo è riservato il colpo di teatro maggiore dell’intera stagione (finora).

La Casa di Carta 5: la prima morte eccellente

Esattamente come Berlino alla fine della seconda stagione, Tokyo si sacrifica per i compagni dopo essere stata colpita da diversi cecchini: convince Denver e Manila a mettersi in salvo, mentre copre loro le spalle e affronta da sola l’esercito, fino a farsi esplodere come un kamikaze alla vista di Gandìa e degli altri militari. “Se non può fuggire il mio corpo, che almeno scappi la mia anima” è il suo commiato alla serie, non prima di aver ricordato l’amica Nairobi (un cameo di Alba Flores per una sola scena), con cui aveva discusso proprio della morte e del ricordo, e il suo primo amore Renè (la new entry Miguel Angel Silvestre), che proprio lei aveva spinto a tentare le rapine in banca.

La Casa di Carta 5 perde la sua voce narrante

La morte di Tokyo, personaggio odiato dai più per la sua impulsività insensata, cambia per sempre il racconto dei fatti perché viene a mancare la narratrice onnisciente della storia, colei che si presumeva la raccontasse da sopravvissuta: finora è sempre stata lei la voce narrante degli eventi, che guidava lo spettatore, in un certo senso la tessitrice di una trama confusa di cui però sembrava sapere tutto, conoscere ogni dettaglio, anche quelli ignoti al personaggio stesso. Era un po’ la Bibbia de La Casa di Carta: chi continuerà a raccontare la storia d’ora in poi? Sarà sempre la sua voce ad accompagnare i fatti come un narratore ormai esterno ed etereo o la funzione passerà ad un altro personaggio, magari lo stesso Professore come inizialmente previsto dagli sceneggiatori? La scelta di Tokyo come narratrice maturò infatti in un secondo momento: inizialmente doveva essere Sergio Marquina a raccontare la storia della banda e del suo colpo alla Zecca di Stato, poi si pensò di dare un punto di vista femminile alla vicenda, anche per evitare di rendere ridondante un personaggio che era già la mente dell’intero progetto. L’episodio della morte di Tokyio è in realtà interamente dedicato a lei e in questo la sua morte appare piuttosto scontata: i flashback con la storia delle rapine con l’amore della sua vita, René, sono un chiaro indizio dell’imminente dipartita del personaggio, con tanto di flashback che spiega le origini del nome Tokyo e rievoca il primo confronto col Professore. Paradossalmente in quest’episodio Tokyo muore con un inno alla vita: proprio lei, la più spericolata, “carne da macello” come l’ha definita la stessa attrice Ursula Corberò, diventa il simbolo delle seconde possibilità, della capacità di ricominciare, di avere più di un grande amore, di reinventarsi anche di fronte alla morte. Il suo saluto a Rio è proprio un invito a continuare a vivere, anzi, a vivere la sua prossima vita senza di lei, proprio come era accaduto a lei di ricominciare – e innamorarsi di nuovo – dopo la morte di Renè.

Il Professore ne La Casa di Carta 5

Sempre più braccato dopo essere finito nelle mani di Alicia Sierra e senza un piano B, il Professore è costretto a far nascere la figlia dell’ex ispettrice: una carta che gli sceneggiatori hanno scelto di giocare quasi subito, nel terzo episodio della stagione, forse perché fin troppo scontata. Il personaggio della Sierra viene così messo in panchina per un po’, ma nonostante sia stata tradita dalla polizia che l’ha indicata come una collaboratrice della banda, si prepara a colpire il Professore nel momento di maggior scompiglio, quando è provato dalla morte di Tokyo. In questa prima parte Marquina ha impattato molto meno che in passato sulla trama, lasciando più spazio a Lisbona e riconoscendole grandi abilità con un complimento da vero eroe romantico nerd: “Sei la donna più sexy del mondo, ma ti amo per la tua intelligenza“.

I flashback de La Casa di Carta 5

Non mancano come sempre i flashback che mostrano come hanno interagito i personaggi tra loro prima della rapina: si va dalla nascita dell’amore tra Tokyo e Rio alla storia della Oliveira col defunto Renè, passando per il cameo di Alba Flores come Nairobi e quello di Paco Tous come Mosca, nei ricordi rispettivamente di Tokyo e Denver. Ma indubbiamente ad avere più spazio di ogni altro personaggio nei flashback è ancora Berlino, segno che gli autori si sono molto pentiti di averlo ucciso al termine della seconda stagione, quando non sapevano che Netflix avrebbe resuscitato una serie destinata a finire. Stavolta il più folle e ideologico dei ladroni è in Danimarca, per il furto di un reperto archeologico con la neosposa Tatiana, e coinvolge nell’ingegnoso piano suo figlio Rafael (la new entry Patrick Criado), a cui ha pagato costosi master in ingegneria elettronica al solo scopo di prepararlo a rubare e trasmettergli la passione per i colpi ad effetto. In questa parte la trama di Berlino suona un po’ avulsa dal contesto generale della preparazione delle rapine, ma restano ancora cinque episodi per rivederlo all’opera col fratello Sergio.

Il finale de La Casa di Carta 5 (volume 1)

Il quinto episodio della stagione si chiude con un evidente richiamo al sacrificio di Berlino nel finale della seconda parte: Tokyo avrebbe potuto salvarsi lanciandosi da un condotto ma non lo ha fatto, ha scelto di farsi esplodere per mettere fuori gioco l’esercito e vendicarsi di Gandìa, diventando “l’angelo custode” della banda e del Professore, che lo era stato sino a quel momento per lei. La Casa di Carta perde così uno dei suoi personaggi cardine mentre prova a svilupparne meglio altri – Manila e Stoccolma su tutte – e ritrova solo in questo episodio una struttura più compatta e ragionata nella sua trama. Dopo un inizio tutto improntato alla guerriglia, solo nel finale è arrivato un vero momento emozionale, che avrà un enorme impatto sul finale vero e proprio (la seconda parte in arrivo il 3 dicembre).