È il 12 novembre 2013 e sono trascorsi 22 anni dalla morte di Rino Gaetano. Il regista Ferzan Özpetek pubblica sul suo profilo Twitter una foto promozionale del suo nuovo film, “Allacciate le cinture” con protagonista l’attrice Kasia Smutniak. Poche ore più tardi viene diffuso sul web il teaser trailer del film: il video promozionale ha come colonna sonora la canzone A mano a mano nella versione cantata da Rino Gaetano nel Q Concert del 1981, anno della scomparsa del cantautore nato a Crotone.
Quella canzone genera qualcosa di nuovo o forse conferma la presenza di un fiume carsico che scorre sotterraneo e “fa nascere un fiore” in un giardino già riccamente fiorito. La cover del brano conferma ciò che sta avvenendo da alcuni anni, che riguarda Rino Gaetano e il culto intorno alla sua figura e alle sue canzoni. A mano a mano non è di Rino ma lo diventa completamente. Ferzan Özpetek sceglie quella versione perché ama “il modo in cui Rino Gaetano canta con leggerezza un testo tanto pesante”.
A mano a mano è firmata dalla fortunata coppia Riccardo Cocciante / Marco Luberti per il disco Riccardo Cocciante del 1978 ed è una ballata pianistica intensa e sofferta, ma si trasfigura completamente nella voce e nell’interpretazione di Gaetano pubblicata sul Qdisc.
Rino canta A mano a mano solo una volta, durante le registrazioni del Q Concert del maggio del 1981. Quel brano è attraversato da una magnifica inquietudine e il suo testo assume un nuovo senso, più robusto e aperto alla speranza. Secondo Olimpio Petrossi, amico di Rino e storico produttore della Rca, “A mano a mano è più famosa oggi con Rino Gaetano che allora con Riccardo Cocciante”.
La rassegnazione solenne dei primi versi (“A mano a mano ti accorgi che il vento / Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso / La bella stagione che sta per finire / Ti soffia sul cuore e ti ruba l’amore”) si schiude a metà canzone nella voce rauca e potente di Rino Gaetano, che grida al cielo “Ma dammi la mano e torna vicino / Può nascere un fiore nel nostro giardino / Che neanche l’inverno potrà mai gelare / Può crescere un fiore da questo mio amore per te”.
Secondo il musicista Maurizio Giammarco, che regala all’interpretazione di Gaetano un bel solo di sasssofono, “A Mano a mano è un successo derivato dal passaparola, un fenomeno inspiegabile che ha contribuito a far conoscere la figura di Rino Gaetano ai più giovani. In questa epoca di post-ideologie, alcuni testi funzionano più oggi che allora”.
Nel 2002 i Pandemonium furono protagonisti di uno dei primi spettacoli teatrali interamente dedicati al cantautore di Crotone; era “Il cielo è sempre più blu – Omaggio a Rino Gaetano”, andò in scena sul palco del Teatro delle Muse di Roma ed era scritto da due componenti dei Pandemonium, Gianni Mauro e Mariano Perrella: “Nelle fasi di elaborazione di quello spettacolo, riscoprimmo molte gemme nascoste del repertorio di Rino e comprendemmo ancor di più la sua effettiva grandezza. Il caso di A mano a mano è simbolico. Era ben nota la versione di Riccardo Cocciante, naturalmente, ma Rino ha tirato fuori un colpo da maestro e oggi è per noi molto difficile stabilire quale sia la migliore tra le due versioni, tra due mood così lontani”.
Rino muore il 2 giugno 1981, a soli trent’anni. Una coincidenza incredibile: il 2 giugno è la Festa della Repubblica, la celebrazione di un paese del quale Rino ha raccontato difetti e ipocrisie in decine di canzoni e del quale, in fondo, era sempre molto innamorato. “In fondo è bello però, è il mio paese e io ci sto”.