Oscar 2021, i pronostici per le quattro categorie degli attori. Sara #OscarsNoWhite?

Per la prima volta nella storia si potrebbe assistere a un risultato clamoroso: nemmeno un attore bianco premiato. Grandi attese per il probabile Oscar postumo a Chadwick Boseman

Oscar 2021

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Questi Oscar 2021 sono ricchi di categorie che catalizzano l’attenzione di spettatori e addetti ai lavori. Per esempio miglior regia: non s’erano mai viste due donne in cinquina, Chloé Zhao ed Emerald Fennell, e con notevoli chances di vittoria. Quindi potrebbe essere questa la categoria per la quale, in futuro, ricordare questa edizione del premio dell’Academy.

Poi però, inutile negarlo, i premi per gli attori sono quelli che più di tutti catalizzano l’attenzione degli appassionati. Agli Oscar 2021 ce ne sono di ragioni per puntare i riflettori sulle interpreti e gli interpreti. Anche perché sulla carta potrebbero accadere cose inusuali. E persino cose mai viste.

Inusuali: la vittoria postuma di Chadwick Boseman, morto a soli 43 anni, come miglior attore protagonista per Ma Rainey’s Black Bottom. Non sarebbe il primo caso, ma è un’occorrenza piuttosto rara. Una assoluta, epocale novità sarebbe invece un quartetto di trionfatori senza nemmeno un attore bianco. Una possibilità tutt’altro che remota, come vedremo analizzando le singole categorie. Nel caso, abbiamo già pronto l’hashtag, parafrasandone uno molto famoso di pochissimi anni fa: #OscarsNoWhite. Vediamo le cinquine nel dettaglio.

Attrice non protagonista

La favorita: Yoon Yeo-jeong, Minari
La sfidante: Glenn Close, Elegia Americana

Le altre candidate: Olivia Colman, The Father; Amanda Seyfried, Mank; Maria Bakalova, Borat – Seguito Di Film Cinema

La favorita secondo logica, in base ai risultati dei precursors, cioè i premi che anticipano gli Oscar, è Yoon Yeo-jeong, popolare attrice sudcoreana con una carriera cinquantennale che sembra giunta con Minari all’occasione della vita. Il film è la storia di una famiglia coreana che emigra negli Stati Uniti dove acquista una fattoria nell’Arkansas per coltivare ortaggi tipici del loro paese di provenienza (il minari del titolo, ossia il crescione o sedano cinese). Una vicenda in cui ha un toccante ruolo Yoon Yeo-jeong, nonna giunta dalla Corea a occuparsi del nipotino con problemi cardiaci. Il mix tra sogno americano, forti emozioni famigliari, spirito inclusivo ha conquistato gli addetti ai lavori. E i riconoscimenti si sono concentrati soprattutto su Yoon Yeo-jeong, trionfatrice a Bafta e Sag Awards (che quasi sempre preludono all’Oscar). Anche i bookmakers confermano. In caso di vittoria sarebbe la seconda attrice dell’Estremo Oriente ad aggiudicarsi la statuetta, dopo Miyoshi Umeki, nel 1958, per Sayonara.

L’unico “ma” è rappresentato da Glenn Close. Stessa generazione dell’attrice sudcoreana, entrambe del 1947, con una particolarità: nonostante una carriera prestigiosa e sette nomination, non ha mai vinto l’Oscar. Non sono esattamente un fan del film con cui ha ottenuto l’ottava candidatura, Elegia Americana, in cui è stata anche costretta a un trucco che l’ha trasformata in una sorta di mascherone. Ma il talento non si discute. E tanti membri votanti potrebbero porsi il problema, prima di infliggerle l’ottava bocciatura. Anche se Elegia Americana potrebbe rappresentare un limite insormontabile. Come ha detto in una conversazione privata un votante rimasto anonimo a un giornalista di Variety, “Vorrei davvero che Glenn Close finalmente vincesse ma, mio Dio, il film è terribile”.

Attore non protagonista

Il favorito: Daniel Kaluuya, Judas And The Black Messiah
Lo sfidante: Sacha Baron Cohen, Il Processo Ai Chicago 7

Gli altri candidati: Leslie Odom Jr, One Night In Miami; Paul Raci, Sound Of Metal; LaKeith Stanfield, Judas and the Black Messiah

Non sembrano esserci alternative: Daniel Kaluuya vincerà la statuetta degli Oscar 2021 con Judas And The Black Messiah, esattamente come ha già fatto con Golden Globe, SAG, Bafta e Critics’ Choice Award, giusto per limitarsi ai principali. I bookmakers confermano. Per Kaluuya questa è la seconda nomination all’Oscar dopo quella da protagonista per Get Out. A rigor di logica anche stavolta avrebbe dovuto concorrere in quella categoria, visto che di Judas and The Black Messiah è, a tutti gli effetti, l’attore principale, nella parte di Fred Hampton, giovanissimo leader delle Pantere nere di Chicago sul finire degli anni Sessanta. Del film è la forza trainante, con una interpretazione vigorosa, energetica, trascinante. Ben coadiuvato dal suo deuteragonista, LaKeith Stanfield, anche lui giunto in nomination, ma con scarse possibilità.

L’unico che può insidiare Kaluuya è Sacha Baron Cohen che, bocciato come protagonista di Borat, si è rifatto col suo sornione, fumato Abbie Hoffman de Il Processo Ai Chicago 7 – anche lui, dunque, ha interpretato un personaggio realmente esistito. Così come Leslie Odom Jr., che ha vestito i panni della leggendaria stella del soul Sam Cooke. Qui non ha alcuna possibilità: ma attenti alla categoria miglior canzone, perché potrebbe sfilare il premio a Laura Pausini.

Attrice protagonista

La favorita: Carey Mulligan, Una Donna Promettente
La sfidante: Viola Davis, Ma Rainey’s Black Bottom

Le altre candidate: Andra Day, The United States vs. Billie Holiday; Vanessa Kirby, Pieces Of A Woman; Frances McDormand, Nomadland

È la categoria più incerta degli Oscar 2021. Ai Bafta ha vinto Frances McDormand, ai Golden Globes Andra Day, ai Critics’ Choice Award Carey Mulligan, ai SAG Viola Davis. Il che spingerebbe, al massimo, ad escludere Vanessa Kirby dal lotto delle pretendenti, che può vantare soltanto una Coppa Volpi a Venezia, un premio prestigioso, ma poco influente in chiave Oscar.

Non ci aiutano troppo nemmeno i ben informati bookmakers, che vedono solo leggermente favorita la Mulligan di Una Donna Promettente, davanti di un’incollatura alle appaiate McDormand e Viola Davis. Variety intitola il suo articolo di pronostici “Una gara aperta senza una favorita”. Dunque? Andiamo per esclusione: la Kirby è fuori gioco, Andra Day è l’attrice di minor peso del lotto con il film di minor peso del lotto. Frances McDormand ha il film giusto, Nomadland, però nel suo palmarès ha già due Oscar come migliore attrice, uno anche piuttosto recente, nel 2018, per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, il che potrebbe spingere tanti votanti – di solito succede così – a preferirle nomi meno titolati.

Restano le due contendenti più probabili: Viola Davis è l’attrice di colore con più nomination all’Oscar della storia, ben quattro compresa questa, e anche una vittoria, nel 2017, però come non protagonista, per Barriere. Potrebbe essere trascinata dall’ipotetica doppietta con il suo partner in Ma Rainey’s Black Bottom, Chadwick Boseman. Però il film in sé è tutt’altro che indimenticabile. Carey Mulligan invece, che ha al suo attivo solo un’altra nomination d’una diecina d’anni fa, è protagonista di un racconto incisivo e destinato a far discutere, che ruota intorno a un tema di grande dibattito come la violenza sulle donne, visto da una prospettiva originale. Anche questo, alla fine, mi spinge a preferirla di un’incollatura a Viola Davis. Ma resta il pronostico più difficile degli Oscar 2021.

Attore protagonista

Il favorito: Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom
Lo sfidante: Anthony Hopkins, The Father

Gli altri candidati: Riz Ahmed, Sound Of Metal; Gary Oldman, Mank; Steven Yeun, Minari

Solo i Bafta hanno fatto suonare un piccolo campanello d’allarme, preferendo Anthony Hopkins (d’accordo, è un attore britannico) a Chadwick Boseman, che ha conquistato tutti i premi maggiori della stagione. È ancora forte l’impressione della scomparsa dell’attore, giovanissimo, per un tumore al colon. Aveva appena raggiunto l’apice della fama con Black Panther, un Marvel Movie all black di enorme successo al botteghino e con evidenti risonanze politiche, che l’aveva lanciato nel ristretto novero degli artisti che contano – Time nel 2018 l’aveva inserito nella lista dei 100 uomini più influenti del pianeta.

In virtù di tutto questo la vittoria agli Oscar 2021 non dovrebbe sfuggirgli, con il solo Hopkins, magistrale in The Father, tagliato sulla sua misura recitativa, a contendergli la vittoria. Oldman sarebbe un candidato all’altezza, ma ha trionfato appena nel 2018 con L’Ora Più Buia. Anche Hopkins ha già vinto, ma ormai trent’anni fa per Il Silenzio Degli Innocenti.

Quindi diciamo Boseman: sarebbe il secondo a vincere come migliore attore postumo dopo Peter Finch nel 1977 per Quinto Potere. Heath Ledger vinse anche lui, nel 2009 con Il Cavaliere Oscuro, però come non protagonista. Nel ristretto novero dei candidati postumi ricordiamo anche Spencer Tracy, che non ottenne la statuetta con Indovina Chi Viene a Cena nel 1968 e James Dean, che deteine un singolare primato, perché ottenne nomination postume in due anni consecutivi, per La Valle Dell’Eden nel 1956 e Il Gigante nel 1957, entrambe le volte senza successo. Lo stesso destino che tocco a Massimo Troisi, candidato come migliore attore protagonista per Il Postino nell’edizione del 1996, quasi due anni dopo la scomparsa nel giugno del 1994.