I limiti delle emissioni elettromagnetiche relative al 5G continuano a tenere banco, questa volta relativamente ad Iliad. Benedetto Levi, CEO del gestore di origini transalpine, ha espresso il proprio parere circa i valori massimi al momento approvati nel nostro Paese, a suo giudizio troppo bassi, ed anche al di sotto dei limiti stabiliti dalla Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non-ionizzanti. Il dirigente teme l’Italia possa ritrovarsi in una posizione di snetto svantaggio rispetto agli altri Paesi europei per quanto riguarda lo sviluppo degli standard di rete 5G, come spiegato in una recente intervista rilasciata ai microfoni de ‘IlSole24Ore’.
Levi vedrebbe di buon occhio gli adattamenti illustrati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo italiano, in base al quale i limiti massimi delle emissioni elettromagnetiche relative agli impianti di rete necessari per le reti 5G di ultima generazione verrebbero aumentati per consentire ai provider telefonici di ampliare maggiormente le proprie infrastrutture 5G in Italia. Il CEO di Iliad ha anche parlato del Recovery Fund, di cui il nostro Paese, a suo parere, dovrebbe approfittare per combattere in modo più efficace il fenomeno del digital divide (divario delle tecnologie digitali che ancora persiste tra quelli che hanno un accesso adeguato alla rete Internet e chi, invece, non ce l’ha, molto spesso non per propria scelta).
Il CEO di Iliad, per chudere il proprio discorso, ha anche parlato della telefonia fissa, segmento su cui Iliad dovrebbe affacciarsi entro la fine dell’estate. La questione relativa ai limiti delle emissioni elettromagnetiche del 5G è molto dibattuta, ed è quindi giusto rifletterci a fondo prima di trarre le dovute conclusioni. Se avete qualche domanda da farci il box dei commenti in basso è a vostra disposizione: vi risponderemo nel più breve tempo possibile.