The Wife, l’anatomia di una coppia nel gioco d’alta scuola tra Glenn Close e Jonathan Pryce

Un premio Nobel per la letteratura e sua moglie fanno uno spietato bilancio della loro unione. Un dramma psicologico sul matrimonio come maschera. E sul maschilismo della comunità intellettuale. Attori impeccabili. Alle 21.20 su Rai 3

The Wife

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Ce l’abbiamo sotto mano uno scrittore ebreo giovane e brillante?”, chiede un editor tra le nuvole di fumo durante una riunione di redazione nei primi anni Sessanta. In effetti è l’epoca in cui si va affermando una nuova generazione di brillanti autori di origine ebraica come Saul Bellow, Bernard Malamud, Philip Roth, ogni casa editrice deve averne uno. Prima ancora della qualità della scrittura, per vendere un libro è indispensabile l’etichetta da apporre in copertina: il nome dell’autore, un personaggio persino più importante di quelli contenuti tra le pagine. E allora la sveglissima assistente di redazione, Joan Castleman, suggerisce il nome di suo marito Joe, ambizioso ex professore di letteratura che l’ha sposata dopo aver abbandonato la prima moglie.

Una fiducia evidentemente ben riposta, dato che molti anni dopo – la scena appena descritta è solo uno dei numerosi flashback di The Wife – ritroviamo l’anziana coppia dei Castleman (Glenn Close e Jonathan Pryce) a festeggiare nientemeno che l’annuncio, giunto nel cuore della notte, della vittoria del Nobel per la letteratura da parte di Joe. Nonostante l’età, i due saltellano come ragazzini per un premio giunto a coronamento d’una vita semplicemente perfetta: un’esistenza cosmopolita, l’adorazione dei lettori, una casa elegante, due figli e un nipote in arrivo.

The Wife - Vivere Nell'Ombra
  • Irons,Close,Mcgovern,Slater (Actor)

Certo, se The Wife fosse tutto qui, una pacificata storia di successo e felicità, non sarebbe un film all’altezza dei romanzi del Nobel Joe Castleman, pieni di quei conflitti e segreti che sono il sale della vita, e ancor più della letteratura. Infatti il film diretto dal regista svedese Björn Runge e sceneggiato da Jane Anderson (sua la miniserie Olive Kitteridge) a partire dal romanzo omonimo di Meg Wolitzer contiene ben altri risvolti, intuibili da un sottotitolo italiano, Vivere Nell’Ombra, che rischia di dire perfino troppo.

La vera protagonista del racconto è infatti la moglie, The Wife, interpretata con virtuosistici sottintesi da Glenn Close, soprattutto negli intensi, lunghi primi piani in cui pare quasi immota, e invece negli occhi e tra le pieghe del volto scorrono tensioni e sofferenze d’una vita condotta all’insegna d’una reticente ambiguità. Non meno rimarchevole di lei nel gioco d’attori è Jonathan Pryce, col quale compone una coppia cementata da un legame fortissimo ed enigmatico. Forse però il collante misterioso di quell’unione l’ha colto il figlio maschio David (Max Irons), aspirante scrittore terribilmente frustrato dal confronto col padre, che in un suo racconto, giudicato da Joe pieno di clichés, parla di “un marito pallone gonfiato e della moglie stoica dalla rabbia repressa”.

In The Wife i giorni del viaggio a Stoccolma per la consegna del Nobel divengono il momento in cui la finzione stratificata attraverso decenni di recita reciproca – resa metaforicamente da un pranzo notturno dei due coniugi in uno straniante salone con un grande palcoscenico sullo sfondo – trova l’indispensabile resa dei conti e l’ammissione della verità. Da dichiarare non tanto agli altri – un insinuante biografo a caccia di scoop (Christian Slater) cerca in ogni modo di estorcere a Joan una confessione – quanto a sé stessi, per capire le ragioni di una relazione così a lungo protratta.

The Wife è un classico film d’attori, la cui attendibilità si regge quasi integralmente sulla qualità degli interpreti, che sono, come già accennavamo, al loro meglio (la Close ha sperato con questo film di agguantre l’agognato premio Oscar, che purtroppo le è sfuggito per la settima volta, un record). Allo stesso tempo, pur nel suo ingessato impianto teatrale da dramma psicologico, è anche un film che sa dire qualcosa di non scontato sulle ipocrisie che sorreggono un rapporto tra due individui, permettendo loro di resistere in qualche modo alla ferocia del tempo.

Visto dal lato della protagonista femminile, The Wife è un racconto sull’autentico talento e la frustrazione di non poterselo vedere riconosciuto in una società delle lettere che non dà credito a una scrittrice. Dal versante maschile, è la storia di un aspirante autore che s’avvantaggia d’un mercato a caccia di “giovani e brillanti scrittori ebrei”, ma è poi costretto per tutta la vita a misurarsi col sapore amaro d’una mediocrità sotto mentite spoglie. È la donna a pagare il prezzo più alto. Però entrambi hanno un fardello da sopportare. Che costituisce il tragico ingrediente che cementa una unione solida e grottesca.