Al di là delle classifiche e dei vari premi, penso che si possa affermare che a Sanremo a trionfare sia stata soprattutto una nuova estetica, quella patinata e soft-core ereditata dai social. Mai come quest’anno tra gli artisti in gara e gli ospiti ha prevalso un look fatto di “ sottrazione”, se così si può dire: tagli di gonna vertiginosi, decolleté sempre più audaci, abiti a fior di pelle o con varie sfumature di nude look.
L’età media degli artisti, più che nuovi suoni o nuovi linguaggi, ha portato soprattutto questo: l’esibizione della fisicità come elemento espressivo, a volte a sottolineare un messaggio, a volte a compensarne la mancanza, o, come dire, a essere essa stessa il messaggio come nel caso di Arisa, che nella prima esibizione aveva indossato un tailleur dal taglio classico per virare in ultima puntata su un abito in tulle color carne trasparente e avvolgente sulle sue forme, quasi a dichiarare la sua capacità di essere autentica, vera e libera.
E’ un’estetica che si muove come sulle storie di Instagram e i video di Tik Tok e che ci racconta di come la televisione si sia trasformata da creatrice di forma e di gusto a mero amplificatore dei fenomeni artistici cresciuti altrove, in luoghi senza direttori artistici nominati dai partiti, senza regole “didattiche”, dove il consenso (o numero di follower, come si vuol chiamare) è l’unico “driver”. Luoghi davvero democratici, quindi, che liberano finalmente il corpo della donna o dell’uomo dall’aura del peccato, ma riducono lo spazio dell’intimità, prezioso alleato della creazione artistica.
Questa nuova estetica, infatti, se da una parte aiuta ad abbattere un certo perbenismo moralistico, dall’altra rischia di veicolare l’idea che mettersi a nudo voglia dire semplicemente spogliarsi. E così può nascere l’equivoco che ne siamo capaci tutti: basta scorrere un po’ di storie nei vari social per rendersene conto. Ma non è così. Il nudo “artistico” è una forma espressiva che nasce dall’introspezione e dal coraggio di condividere una verità intima, a volte dolorosa. Anche il corpo canta, è vero, ma anche il corpo può stonare.
Le tette di Arisa non stonano mai