Ci sono problemi per quanto riguarda l’ex operatore Wind ed i servizi a pagamento VAS. Come riporta il ‘corriere.it’, le grandi compagnie telefoniche non possono spacciarsi per intermediarie rispetto all’attività dei fornitori di servizi aggiuntivi a pagamento, che pesano sulle tasche dei loro clienti. Gli operatori, infatti, sembrano guadagnare importanti ricavi da giochi, suonerie, servizi meteo, oroscopi, gossip e streaming di video e musica, attivati, molto spesso inavvertitamente, sulle utenze dei clienti (basta un semplice click su un banner pubblicitario all’apparenza innocuo per cascarci).
Non ne ha voluto sapere il gip Stefania Nobile, che, su richiesta della Procura di Milano, ha predisposto il sequestro preventivo di 21,2 milioni di euro a Wind, somma corrispondente alla percentuale guadagnata dal gestore arancione in relazione ai servizi attivati in modalità non propriamente trasparenti fino all’anno 2018 dalle società dispensatrici di contenuti Brightmobi e Yoom. Per il giudice, secondo le indagini preliminari, prende piede l’ipotesi della ‘frode informatica’. Si esigerà di sapere chi all’interno dell’organigramma di Wind fosse al corrente del meccanismo truffaldino, ed avesse il dovere di impegnarsi per segnalare il tutto alle autorità competenti, risolvendo al contempo i contratti.
Wind dichiarò all’epoca di aver reso il rimborso di 20 milioni di euro ai clienti inciampati nelle truffe, ma l’informativa spiega che tali cifre non sono rilevanti in quanto fanno riferimento ai pagamenti di febbraio-agosto 2019 (i periodi sembrano essere diversi, e da la contezstazione del gip), e dunque postumi all’ultimo pagamento predisposto all’indirizzo di Brightmobi e Yoom da Pure Bros, cui era stata riconosciuta da Wind la metà del profitto su ogni utenza attivata. Speriamo tutto possa essere risolto nel migliore dei modi. Restiamo a disposizione nel caso in cui abbiate qualche domanda da farci attraverso il box dei commenti in basso: vi risponderemo nel più breve tempo possibile.