Robbie Williams interpreta Boris Johnson nel video di Can’t Stop Christmas e fa twerkare Theresa May

Robbie Williams prende in giro il premier Boris Johnson, fa ballare Theresa May e rende omaggio ai Queen. Ecco il video di Can't Stop Christmas

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Nel video ufficiale di Can’t Stop Christmas Robbie Williams interpreta Boris Johnson, il pittoresco premier britannico. L’ex Take That ripropone con taglio goliardico un briefing del governo del Regno Unito in termini di pandemia, criticando con i toni della parodia la risposta del Regno Unito all’emergenza Coronavirus.

C’è di più: mentre Robbie Williams interpreta Boris Johnson riproponendolo come un politico impacciato e goffo, al centro dello schermo compare un’attrice nei panni di Theresa May, leader del Partito Conservatore impegnata in un irresistibile balletto con twerking in allegato.

Con quest’ultimo colpo da maestro Robbie Williams chiude il suo 2020. Il brano è una canzone sul Natale che ospita tutti i punti chiave sulle festività ai tempi della pandemia: il distanziamento sociale, le rimpatriate su Zoom e lo shopping online. Ancora: nello special del brano in cui un coro di bambini intona il testo troviamo un tributo a Bohemian Rhapsody dei Queen, più precisamente dei fotogrammi iniziali dello storico video di Freddie Mercury e soci con l’effetto caleidoscopio sui 4 volti della band.

Can’t Stop Christmas fa parte dell’edizione speciale di The Christmas Present dell’ex Take That, uscito nel 2019 e nel quale troviamo ospiti eccellenti come Bryan Adams e Rod Stewart.

Nel frattempo Robbie Williams ha annunciato di essere al lavoro per formare una nuova band che lo seguirà in studio e – in un prossimo futuro – sul palco, ma che non includerà i vecchi compagni di avventura dei Take That.

Nel video di Can’t Stop Christmas in cui Robbie Williams interpreta Boris Johnson il punto fondamentale è la critica spensierata al sistema britannico di gestione della pandemia del Covid-19: il premier, infatti, ha più volte fatto marcia indietro sulla resistenza ai consigli dell’OMS e su quelle affermazioni fatte a marzo sull’immunità di gregge raggiungibile solamente con il 60% dei cittadini contagiati, dichiarazioni che ancora oggi fanno discutere.