Il finale del Trono di Spade su Rai4, considerazioni a freddo su una delusione ancora intatta

La messa in onda del finale su Rai4 riporta alla mente le delusioni e lo scontento dei fan e, sì, anche l'assurda petizione per la riscrittura dell'ottava stagione

Daenerys in Game of Thrones 8x06

INTERAZIONI: 2

Il 30 novembre segna l’arrivo su Rai4 del controverso finale del Trono di Spade, un’ottima occasione per tornare a infervorarsi sugli eventi che hanno diviso gli appassionati fra semplicementi delusi e delusi a morte. Nonostante sia passato più di un anno e mezzo dalla prima messa in onda dell’episodio su HBO e Sky Atlantic, infatti, le scelte creative messe in atto da Benioff e Weiss scatenano ancora lo sdegno di molti fan duri e puri.

L’idea che i due showrunner non sapessero come rendere giustizia ai personaggi verso i quali un pubblico enorme ha finito per affezionarsi nel corso degli anni si è alimentata giorno dopo giorno, scavalcando in fretta i limiti dei forum online, dei gruppi Facebook e dei social per incanalarsi in un’improbabile petizione. In quell’occasione, più di mezzo milione di persone ha firmato un vero appello affinché HBO togliesse a Benioff e Weiss le redini della serie, affidando a scrittori competenti il compito di riscrivere l’ottava stagione e avere così un degno finale per Il Trono di Spade.

La pretesa assurda e ridicola che una rete rifinanzi una produzione così costosa per assecondare il volere dei fan, ad ogni modo, fa riflettere. È anzitutto una dimostrazione della smisurata popolarità della serie, dovuta sia a un’oggettiva eccellenza che al potere acquisito grazie al tam tam social di otto lunghi anni. In secondo luogo, dimostra l’effettiva difficoltà di Benioff e Weiss di concepire e attuare delle scelte creative autonome e solide una volta esaurito il materiale narrativo di riferimento, ossia i romanzi di George R.R. Martin.

Che ci si senta disposti o meno a perdonare ai due i tanti scivoloni del finale del Trono di Spade, infatti, il confronto fra le stagioni della serie è impietoso. Le prime sono estremamente accattivanti e costruiscono con grande abilità i mondi della serie, le loro infinite connessioni e i percorsi strabilianti di personaggi tridimensionali e coerenti. Il passare del tempo, e in particolare l’ultima stagione, creano una distanza crescente fra quegli stessi – ormai irriconoscibili – personaggi e il pubblico che a loro si è legato per anni. Azioni e reazioni si disconnettono, l’emozione evapora, una casualità ingiustificata e ingiustificabile prende il sopravvento e lascia l’amaro in bocca.

L’eredità della serie è perduta? Certo che no, ma è un peccato che il finale del Trono di Spade abbia sovvertito qualsiasi aspettativa e deluso su così tanti fronti. Un vero peccato, poi, che nonostante la lunghezza dell’episodio siano rimaste talmente tante domande senza risposta, legate più a strane incongruenze che non agli esiti di un finale aperto ben concepito. Ci si potrebbe soffermare su decine di riflessioni sollevate nel corso dei mesi da critici e appassionati.

Perché la follia sia toccata a Daenerys, ad esempio, e non ad Arya, seppur artefice di trovate machiavelliche ispirate dal suo desiderio di vendetta. Oppure perché sia stato così facile per Jon uccidere Daenerys, in teoria la nemica numero uno di chiunque fosse sopravvissuto al caos di Approdo del Re, eppure priva di controllo e sicurezza come se non fosse la donna più potente di Westeros. E via a mille altre domande su ciascuno dei personaggi principali della serie e sul destino deciso per loro dagli autori.

Se alcune risposte non arriveranno mai, altre sono in quella che per George R.R. Martin è una lettura fantastica per i fan di Game of Thrones. Parliamo di Fire Cannot Kill a Dragon, il nuovo libro in cui James Hibbert svela tutto ciò che avremmo sempre voluto sapere sul Trono di Spade e i suoi retroscena. Queste le parole con cui Martin ne anticipa i contenuti:

James Hibberd ha seguito Game of Thrones dall’inizio alla fine e sa dove sono seppelliti tutti i suoi cadaveri. È tutto qui, in questa storia orale della serie: com’è iniziata, come si è conclusa, draghi e metalupi, cos’è successo davanti alle telecamere e cos’è successo dietro le quinte, i trionfi e i passi falsi, le decisioni più dure, i bivi lungo il cammino, le ragioni delle varie scelte. Attori, registi, showrunner, produttori, manager, e persion io… In Fire Cannot Kill A Dragon non manca proprio nulla, c’è tutto ciò che avreste sempre voluto sapere.

Per tutto il resto c’è solo una nuova, dolceamara messa in onda del finale del Trono di Spade, il 30 novembre alle 21.20 su Rai4.

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