Roby Facchinetti racconta i Pooh al CPM Music Institute tra musica e umanità ricordando Stefano D’Orazio

Dal prog all'importanza delle parole, Roby Facchinetti ripercorre la storia dei Pooh con Franco Mussida per il CPM

nuovo album di roby facchinetti

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Roby Facchinetti racconta i Pooh ed è un fiume in piena. Incalzato da Franco Mussida, l’artista bergamasco ha raccontato alcuni dei punti fondamentali della carriera del gruppo ma ha anche ricordato quale sia stata l’importanza di Stefano D’Orazio all’interno del brand Pooh.

A pochi giorni dalla scomparsa dell’amato batterista del gruppo, che si è spento a seguito di alcune complicazioni legate al Covid, Roby Facchinetti ha comunque scelto di essere presente come relatore del CPM Music Institut per il seminario Il Canto Come In-Vocazione.

Queste le ste parole per Stefano D’Orazio:

“Una voce e anche una persona che aveva in sé tantissime caratteristiche e attitudini. Ogni cosa che faceva doveva essere perfetta. Abbiamo rappresentato una formula perfetta. Aveva una timbrica che nessun altro aveva. Anche lui, ha cantato dei successi alla sua maniera. Era anche un grandissimo autore. Quando abbiamo deciso di chiudere, credo nel modo più straordinario, ho continuato a lavorare per completare un’opera, il nostro Parsifal. Ora dura due ore. Il nostro rapporto non si è mai interrotto. Il nostro segreto è stato la divisione dei compiti. Stefano aveva un intuito dirigenziale innato. Noi siamo partiti con le prime tournée di teatri, poi nei palasport e quindi negli stadi. Tutto questo grazie alle sue capacità. La musica rimane sempre la cosa più importante, ma è importante anche come rappresentarla”.

Si parte immediatamente con uno dei brani iconici della band, Pensiero, del quale Roby Facchinetti rivela anche il significato. Una musica evanescente, quella composta dall’artista bergamasco, che si unisce alle parole ariose di Valerio Negrini che ha saputo toccare con delicatezza un drammatico tema di attualità. Su Pensiero, Facchinetti racconta:

“Ogni brano ha una sua storia. Questo brano parla di un carcerato che è stato arrestato ingiustamente. Nel testo, c’era una frase molto esplicita, che il nostro produttore aveva fatto cambiare perché era troppo forte. Col senno del poi, devo dire che questa parola mi manca”.

Si parla anche dell’importanza della parola, legata al canto, che necessita di un autore che sappia conoscere la caratteristiche dell’interprete. Sulle doti innate di Valerio Negrini, Roby Facchinetti ha rivelato:

“La capacità di sintesi è stata una delle caratteristiche più incisive di Valerio Negrini. Ci conosceva talmente bene che, su di me, alcune parole non le ha mai scritte. Cuciva un abito su misura. Ha lavorato molto su questo aspetto. Abbiamo rappresentato un modello musicale e umano, umano ancora di più”.

Ampio spazio è stato concesso al genere prog, del quale i Pooh sono stati orgogliosi esponenti. Il discorso si è incentrato sulla potenza del fattore gruppo, che ha dato più ampio spazio alle sperimentazioni.

“Sono state le band a cambiare le matrici della musica. Abbiamo avuto una grande fortuna, quella di conoscere la musica che ha cambiato il mondo. I giovani hanno capito di essere ascoltati attraverso la musica. Abbiamo utilizzato delle strutture musicali diverse che comunque dovevano avere un senso. Parsifal è un brano che ha cambiato la nostra strada e ha cambiato il nostro futuro. Il suo effetto è sempre stato straordinario. Vorrei citare anche l’assolo di Dodi che è un capolavoro, che aggiunto a questo brano è davvero qualcosa di importante”.

Sul segreto del successo del gruppo, ci sono pochi aspetti da rivelare, ma la coesione è quella che ha sempre dato il senso del “Noi”:

“L’aspetto umano e il rispetto tra di noi ci ha portato a condividere le idee. Questo era uno dei nostri segreti. Eravamo produttori e musicisti nello stesso tempo. Una delle cose più importanti è stata che la mente del produttore decidesse quali brani dovevano essere inseriti nell’album, senza considerare di chi fosse l’idea. Non ci siamo mai persi di vista e così non ho rischiato di lasciare indietro dei grandi successi”.

E continua:

“Cercavamo di capire quale risultato dovevamo ottenere. Risulta quindi necessario avere le idee chiare e calibrate sulle caratteristiche del brano. Devono conferire un elemento di riconoscibilità. Ci sono stati dei live che sono andati molto oltre le nostre immaginazioni, altri che invece ci hanno deluso perché c’è stato un ascolto non corretto”.