La Campania da oggi 15 novembre, insieme alla Toscana, è diventata zona rossa (leggete qui per meglio comprendere la situazione legata alla riapertura delle scuole campane ed i test per i volontari): non solo i cittadini locali, ma gli italiani tutti, si chiedono cosa accadrà col prossimo decreto di Natale, il già chiacchieratissimo DPCM del 3 dicembre. Immaginiamo il Governo sia già a lavoro per una pianificazione che possa mettere d’accordo ogni parte in causa, con un occhio sempre vigile alla situazione epidemiologica, che naturalmente dovrà tornare sotto controllo per poter anche solo pensare ad un addolcimento delle restrizioni attuali. Inutile prendersi in giro: nella migliore delle ipotesi, sarà un Natale diverso dagli altri, necessariamente più moderato e controllato. L’ultimo DPCM del 25 ottobre sta iniziando a dare i propri frutti, ma è presto per urlare al miracolo.
Come riportato da ‘fanpage.it‘, il decreto di Natale, se così lo vogliamo definire, potrebbe entrare in vigore il prossimo 3 dicembre, quando scadrà quello attualmente in essere. Non è escluso decadrà il coprifuoco, che tiene tutti in casa (ci riferiamo chiaramente ai residenti delle Regioni gialle e arancioni, dove sono ancora consentiti gli spostamenti) nella fascia oraria compresa tra le 22 e le 5 del mattino successivo (sempre che l’indice di trasmissibilità del contagio, l’Rt, dovesse stabilizzarsi intorno a 1, o magari scendere anche al di sotto di tale soglia), con la conseguente riapertura di bar e ristoranti.
Se la curva epidemiologica non dovesse decrescere come sperato, il coprifuoco potrebbe restare in auge, e magari essere posticipato alle 23 o alle 24, per poter permettere di festeggiare il Natale con i parenti più prossimi (senza però entrare nel merito del grado di parentela), sempre con la forte raccomandazione di sedersi ad un tavolo di massimo 6 persone, utilizzando le mascherine e rispettando il distanziamento sociale. Si spera di avere tutte le Regioni in zona gialla fino ad allora, anche se è ancora presto per dirlo. Qualora non ci fossero Regioni stanziate in zona rossa, potrebbero riaprire i negozi ed i centri commerciali (chiaramente con ingressi contingentati) per poter far respirare l’economica durante le festività natalizie. Per quanto riguarda le Messe, è possibile che le celebrazioni diventino a numero chiuso, per poter scongiurare il rischio di assembramento.