L’ultima esibizione di Stefano D’Orazio con i Pooh corrisponde al concerto conclusivo che il gruppo ha tenuto il 30 dicembre 2016 all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Lo show bolognese ha chiuso la lunga cavalcata musicale della band di Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e D’Orazio, ai quali si era aggiunto Riccardo Fogli.
SDO aveva già lasciato i Pooh (qui l’ultimo saluto del gruppo) per dedicarsi ai suoi progetti personali, ma aveva tenuto fede alla parola data ed era tornato alla batteria per il festeggiamento del cinquantennale della band che ha trascorso un 2016 ricco di spettacoli, tra grandi palchi e speciali in tv.
I fan avevano quindi rivisto SDO dietro alla sua batteria che è sempre apparsa gigantesca ma ne avevano anche ritrovato la simpatia, stampata in quella t-shirt sfoggiata a fine concerto e con la scritta Game Over. Da quel momento, i Pooh non sono più esistiti fisicamente ma hanno continuato i loro percorsi individuali, con Stefano D’Orazio che aveva deciso di prendersi un po’ di tempo per se stesso e per la famiglia.
Tanti i successi scritti per i Pooh e non solo suonati alla batteria. Stefano D’Orazio è stato anche uno dei parolieri del gruppo, affiancando immediatamente Valerio Negrini alla scrittura. I suoi testi sono a decine, comprese le interpretazioni a una sola voce come quella in 50 Primavere, dedicata alle Nozze D’Oro dei suoi genitori e cantata su musica di Dodi Battaglia.
Queste e altre 50 sono state le canzoni dell’ultima esibizione di Stefano D’Orazio nei Pooh, che aveva deciso di lasciare il gruppo nel 2009 per poi tornare solo per il cinquantennale, quando era già deciso che la band avrebbe concluso la sua corsa il 30 dicembre 2016 all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, in quella Bologna dove tutto era iniziato.
Stefano D’Orazio aveva anche partecipato al Dodi Day a Bellaria Igea Marina, per festeggiare i 50 anni di carriera di Dodi Battaglia e per festeggiare il suo compleanno, che aveva voluto celebrare sul palco davanti al pubblico.
Qui il video in 50 Primavere:
E i saluti finali a Bologna: