Un vero e proprio pasticcio quello relativo all’app Immuni in Veneto viene fuori in queste ore. Il servizio di tracciamento non ha mai funzionato come avrebbe dovuto dall’inizio della sua attivazione proprio nello specifico territorio governato da Luca Zaia. Eppure proprio in questo momento e anche nel recente passato il tool sarebbe fondamentale per il contenimento dei contagi.
La scoperta della vistosa anomalia è da attribuirsi al giornale locale il Corriere del Veneto, grazie ad un cittadino veneto che ha denunciato quanto accaduto solo pochi giorni fa. Dopo essere risultato positivo al Covid-19, la persona in questione ha contattato il servizio di igiene dell’Ulss di Padova per comunicare il codice univoco e identificativo che lo rappresentava proprio all’interno del servizio. Il tutto per consentire che la macchina dei controlli si mettesse e in moto per tracciare in maniera inequivocabile con quali e quante persone l’ammalato fosse entrato in contatto nelle precedenti 15 giorni (queste ultime avrebbero poi ricevuto un alert per verificare la loro condizione). Fin qui la procedura corretta che doveva essere messa in campo ma purtroppo questa si è scontrata con l’inattesa risposta proprio dell’Ulss che ha chiarito come il sistema non funzionasse nella regione.
Una prima dichiarazione del presidente Luca Zaia è stata diramata nel tentativo di stemperare un po’ i toni dopo la scoperta ma sta di fatto che dopo mesi di attivazione del servizio le Ulss venete non sono state in grado di attivare una fase fondamentale nel monitoraggio dei positivi Proprio dagli organi di governo della regione del nord-est è arrivata l’indicazione del via effettivo proprio al servizio di cui sono responsabili gli uffici Igiene da lunedì prossimo. La mancanza resta tuttavia gravissima, anche perché il rimedio al mancato tracciamento è giunto solo a seguito di denuncia giornalistica. In sua assenza, probabilmente, la situazione non sarebbe cambiata ancora per molto.