Un revival di Desperate Housewives? Voci dal cast: “Sarebbe fantastico tornare a Wisteria Lane”

E se arrivasse un revival o un film di Desperate Housewives? Le voci (entusiaste) dal cast all'idea di tornare a Wisteria Lane


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Sono passati 8 anni dall’ultimo episodio di Desperate Housewives, che chiuse col botto su ABC con un ascolto record da punte di oltre 30 milioni di telespettatori: numeri che danno l’idea di un fenomeno culturale prima ancora che meramente commerciale e televisivo, perché se c’è una serie che ha contribuito a definire un’era della storia dell’audiovisivo quella è proprio la saga delle casalinghe disperate creata da Marc Cherry.

La serie amata dalle first lady come dalle vere casalinghe dei sobborghi americani, venduta in tutto il mondo nel corso degli otto anni in cui si è imposta come uno dei titoli più amati dal pubblico (e ha salvato ABC da una profonda crisi di ascolti), ha continuato ad appassionare diverse generazioni grazie alla distribuzione sulle piattaforme streaming. Per una serie nata e cresciuta prima dell’esplosione della tv on demand e che ha contribuito a rilanciare la tv generalista, quella che arriva grazie all’approdo su Amazon Prime Video è una seconda vita che oltre ad espandere il pubblico della serie fa inevitabilmente emergere un effetto nostalgia per quel racconto brillante, satirico, ma a tratti anche drammatico così riuscito.

Non è un caso che negli ultimi tempi, con la disponibilità di tutte le stagioni di Desperate Housewives per gli abbonati a Prime Video, da più parti arrivino richieste di riportare in tv le iconiche Bree, Lynette, Susan, Gabrielle e i tanti altri personaggi di contorno in un revival o sequel della serie. Per ora c’è stata soltanto una reunion a scopo benefico di parte del cast e non ci sono altri progetti in cantiere, ma c’è anche chi dal cast originale apre all’idea di un ritorno a Wisteria Lane.

L’attore Charlie Carver, che da adolescente ha interpretato il figlio di Lynette e Tom Scavo insieme al gemello Max nel suo primo ruolo televisivo, si è detto entusiasta all’idea di una sorta di revival. Parlando a DigitalSpy della sua carriera e del nuovo ruolo in Ratched di Ryan Murphy, l’attore ha commentato così la voglia crescente di avere un seguito di Desperate Housewives.

Oh certo! Se è quello che le persone vogliono, allora devi accontentarle. Sarebbe fantastico, tornare a Wisteria Lane. Accidenti, non so quanto sia stato benedetto per aver avuto quel ruolo come mio primo lavoro nel settore. E, wow, che modo di iniziare!

La sua voce fa eco a quella di Eva Longoria che di recente ha risposto alla domanda su un eventuale film di Desperate Housewives con un entusiasta “lo farei domani stesso!“: “Mi manca essere Gaby Solis, e penso che alla gente manchi vederla – e specialmente in questo periodo storico, in cui spesso abbiamo solo bisogno di ridere” ha dichiarato l’attrice a Good Morning America.

Uno dei grandi ostacoli ad un progetto simile è certamente lo scandalo che ha travolto Felicity Huffman, l’interprete di Lynette, condannata per corruzione nello scandalo tangenti per l’accesso all’università che ha coinvolto diverse celebrità a Hollywood. L’attrice sta scontando il suo debito con la giustizia, ma questa storia peserà certamente come un macigno sulla sua reputazione e sulla sua carriera, sebbene abbia incassato la solidarietà di colleghe come Eva Longoria (Gabrielle nella serie) e dello stesso showrunner della serie Marc Cherry. Altro grande ostacolo al ritorno di Desperate Housewives è certamente rappresentato dai rapporti non proprio idilliaci tra le protagoniste e nello specifico tra Teri Hatcher (Susan) e le altre co-star: i retroscena sui loro scontri sul set sono ormai arcinoti e hanno riempito le cronache durante la messa in onda della serie.

Ma soprattutto, lo scorso anno il creatore Marc Cherry ha escluso l’idea di un revival sostenendo di aver “già dato” con i 180 episodi delle otto stagioni della serie. Certo la suggestione di scoprire il riscontro che avrebbe Desperate Housewives oggi – visto che era già un fenomeno di massa quando i social network non erano ancora diffusi in mezzo mondo – potrebbe, prima o poi, fargli cambiare idea.