Lav Diaz con The Woman Who Left vince il Leone d’oro di Venezia 2016. Alla fine la 73esima edizione della Mostra tra Hollywood e cinema d’autore ha premiato il film ostico di questo rigoroso e affascinante autore filippino, che ha conquistato la giuria con un’opera difficile ma anche emozionante, con al centro una drammatica storia di donna. Lav Diaz ha dedicato il Leone d’oro “al popolo filippino, per la sua lotta, e per la lotta dell’umanità”.
Parzialmente disattesi i pronostici della vigilia di Venezia 2016, che vedevano come principali favoriti Jackie di Pablo Larraín e La La Land di Damien Chazelle. Ma quando il presidente di giuria Sam Mendes ha annunciato il premio per la miglior sceneggiatura a Noah Oppenheim, autore dello script di Jackie, si è capito che ci sarebbero state sorprese, dato che, come è noto, il regolamento del festival consente di assegnare un solo premio per film.
A proposito di questa norma, Sam Mendes ha detto che è ottima, perché rende possibile dare ampia rappresentanza a molti stili e cinematografie. Ma, ha aggiunto sibillino, “parafrasando George Orwell, tutti i film sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.
Le due coppe Volpi di Venezia 2016 hanno maggiormente rispettato i pronostici. Per l’interpretazione femminile ha vinto una delle favorite, la Emma Stone di La La Land, che non era presente per ritirare il premio. Nella categoria maschile ha prevalso, come previsto, l’attore argentino Oscar Martinez, per il suo scrittore premio Nobel di El ciudadano ilustre. E nel suo discorso di ringraziamento ha detto che “questo riconoscimento ha un valore particolare, non solo per il prestigio del premio, ma anche perché in Italia grazie a un gruppo di autori geniali, veramente unico, è stato prodotto il miglior cinema del ventesimo secolo”.
Venezia continua a portare fortuna a Tom Ford. Lo stilista si era rivelato come autore cinematografico proprio qui, con A Single Man. E oggi vince un prestigioso Gran premio della Giuria con Nocturnal Animals. In un discorso in buon italiano, ricorda che “sono venuto in Italia per la prima volta nel 1990 e qui ho vissuto molti tra i migliori anni della mia vita, è davvero la mia seconda casa. Ho ricordi bellissimi per la calorosa accoglienza ricevuta qui sette anni fa. Questo è l’avverarsi di un grande sogno, un onore”.
Il premio per la miglior regia è l’unico ex aequo di Venezia 2016, andato ad Amat Escalante e Andrej Končalovskij. Il regista messicano, autore di La región salvaje, poco apprezzato dai critici, con una nota ironica e forse polemica ha voluto nel discorso di ringraziamento puntualizzare che “la creatura del film non è una piovra, come è stato detto da molti”. Končalovskij, premiato per il film sull’Olocausto Paradise, ha così ottenuto un riconoscimento che si aggiunge al Leone d’argento vinto due anni fa per Le notti bianche del postino. Anche lui ha ringraziato, come ha sottolineato, ”in un cattivo italiano. Il mio è un film dedicato alla memoria dei figli della grande patria russa, che ha sacrificato le sue vite per salvare i bambini nella battaglia contro il nazismo”.
Il Premio Speciale della Giuria va ad Ana Lily Amirpour, autrice d’un altro film controverso, The Bad Batch, e il suo commento è stato “Veramente psichedelico!”. L’ultimo riconoscimento del concorso è stato il Premio Marcello Mastroianni per gli attori emergenti, consegnato ovviamente dalla figlia, la giurata Chiara Mastroianni, a Paula Beer per Frantz di François Ozon, che ha sottolineato la difficoltà di recitare per la prima volta in francese, lei di lingua tedesca.
Come ampiamente previsto, nessuna traccia dei film italiani. Molta Italia invece nei discorsi di ringraziamento. E un po’ di prestigioso Belpaese c’è stato nella sezione collaterale Orizzonti, in cui la giuria presieduta da Robert Guédiguian ha assegnato il massimo riconoscimento, quello al miglior film, a Liberami, di Federica Di Giacomo, un documentario sul tema dell’esorcismo nel mondo contemporaneo. Questo premio, sotto certi aspetti, potrebbe anche rilanciare le polemiche di non pochi degli addetti ai lavori, che hanno criticato le scelte fatte dai selezionatori relativamente ai film italiani presenti nel concorso principale, preferiti a pellicole forse di maggiore interesse.
Venezia 73
Leone d’Oro per il miglior film: Lav Diaz per The Woman Who Left
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria: Tom Ford per Nocturnal Animals
Leone d’Argento – Premio per la migliore regia: Amat Escalante per La region salvaje e Andrej Končalovskij per Paradise
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Oscar Martinez, per El ciudadano ilustre
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Emma Stone, per La La Land
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergenti: Paula Beer, per Frantz di François Ozon
Premio per la migliore sceneggiatura:
Premio Speciale della Giuria: The Bad Batch, di Ana Lily Amirpour
Sezione “Orizzonti”
Miglior Film: Liberami, di Federica Di Giacomo
Miglior regia: Home di Fien Troch
Premio speciale: Koca dünya di Reha Erdem
Migliore attrice: Ruth Diaz, in Tarde para la ira di Raúl Arévalo
Miglior attore: Nuno Lopes, in São Jorge di Marco Martins
Miglior sceneggiatura: Ku Qian di Wang Bing
Miglior cortometraggio: La voz perdida, di Marcelo Martinessi
Premio Venezia Opera prima Luigi De Laurentiis, Leone del futuro: The Last of us di Ala Eddine Slim