Perché le profezie dei Simpson si avverano? “Merito della depressione”

Perché le profezie dei Simpson si avverano così spesso? Gli storici sceneggiatori e produttori della serie animata provano a rispondere


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Le profezie dei Simpson sono ormai una certezza: la serie animata del fumettista Matt Groening è passata alla storia, oltre che per gli indubitabili meriti della sua comicità e della sua satira tagliente, anche per aver anticipato tanti eventi di primo piano della storia americana e non solo, prefigurandoli nel corso delle sue oltre trenta stagioni.

Dalla candidatura di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti al finale del Trono di Spade, dall’acquisto della 20th Century Fox da parte di Disney al trionfo della Germania ai Mondiali in Brasile, fino allo scandalo corruzione nella FIFA e passando per l’esplosione di una pandemia che avrebbe colpito anche Tom Hanks (effettivamente contagiato dal Coronavirus insieme alla moglie), gli esempi di profezie dei Simpson che in varie forme si sono avverate si sprecano e la lista di quelle davvero clamorose potrebbe essere molto più lunga.

Ma perché le profezie dei Simpson si avverano così spesso? Qual è il segreto degli sceneggiatori nell’azzeccare così tante previsioni? Hanno provato a rispondere alla domanda gli storici sceneggiatori e produttori della serie Matt Selman e Al Jean, intervenuti durante un incontro dedicato ai Simpson nell’edizione 2020 del Comic-Con, per quest’anno ribattezzato Comic-Con @Home per le note cause di forza maggiore.

Secondo Selman e Jean, le previsioni dei Simpson non sono altro che frutto di una certa perspicacia propria degli autori su ciò che, presumibilmente, potrebbe accadere nel mondo o in determinate situazioni dì lì a un anno circa, ovvero quando gli episodi andranno in onda.

La previsione della FIFA si basava su cose che erano già accadute. C’erano stati casi di corruzione e scandali. Il finale del Trono di Spade non è stato un enorme sforzo di immaginazione: se ci sono draghi, è probabile che brucino una città. Gli autori provano a guardare avanti quando scrivono episodi che andranno in onda tra un anno e che verranno visti successivamente. Quindi cerchi di pensare a cosa sarà interessante per lo spettatore in quel momento, il che ti rende un futurologo per hobby.

Ma non ci si affida solo all’intuito. I due produttori veterani dei Simpson spiegano di fare affidamento anche sul loro pessimismo che li porta ad immaginare scenari spesso gravi e impensabili, che poi purtroppo si avverano: “Soffriamo terribilmente di pessimismo e depressione, quindi scriviamo molte cose orribili, che poi purtroppo accadono” hanno ironizzato, ma non troppo, i due sceneggiatori.

Insomma, vedere il bicchiere mezzo vuoto li aiuta a prevedere disastri, scandali, pandemie e svolte politiche controverse, per usare un eufemismo. Così in 31 stagioni le profezie dei Simpson hanno fatto la storia della televisione. E altre ne arriveranno, probabilmente, nella numero 32 attualmente in lavorazione.

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