C’è in linea di massima parecchia incertezza su quella che sarà la scuola a settembre. L’interruzione delle lezioni in presenza dello scorso mese di marzo ha visto prolungarsi i tempi lontano dai banchi. E con gli studenti che, fino a qualche settimana fa, erano impegnati con la teledidattica, è difficile dire quanto effettivamente si potrà tornare a frequentare gli istituti scolastici.
La preoccupazione principale delle istituzioni è quella di non dar vita a nuovi e pericolosi focolai di coronavirus. Una nuova ondata di contagi significherebbe nuove chiusure, un pericolo troppo grande per l’economia italiana, già provata dal lockdown degli scorsi mesi. Si è dunque scelta la strada della prudenza, con i soli esami di maturità che si sono svolti in presenza, sebbene nel rispetto di rigidi protocolli di distanziamente sociale.
È pur vero però che bisognerà attrezzarsi al meglio per far ripartire la scuola a settembre. Con le dovute cautele, ma con altrettanta fermezza.
Ritorno a scuola a settembre, come sarà?
“La scuola è un pilastro del nostro sistema sociale, sono i nostri bambini, il nostro futuro” sono state le parole del Premier Giuseppe Conte, rilasciati ai microfoni di Alanews. Che ci ha tenuto a sottolineare di come i lavori per riportare i ragazzi a scuola a settembre siano nel pieno del loro svolgimento. Poco più di due mesi e il tutto dovrebbe concretizzarsi, ma a che punto siamo effettivamente?
I lavori procedono spediti: “Stiamo lavorando per consentire a tutti gli studenti e le studentesse di tornare a scuola a settembre in presenza nella massima sicurezza” ha detto il Premier ai microfoni del TG1. Allo stato attuale sembrano essere chiare le norme da rispettare per un ritorno a quella che dovrebbe essere una parvenza di normalità.
Le mascherine – chirurgiche – al momento saranno richieste soltanto al personale, tra docenti e collaboratori scolastici. Esonerati dall’indossarla gli alunni, che però dovranno essere distanziati nei banchi del canonico metro. La didattica a distanza sembra essere a questo punto una soluzione estrema da adottare esclusivamente in caso di nuove emergenze. Mentre assume sempre più peso la possibilità di un’organizzazione in turni differenziati, in modo da ottimizzare gli spazi a disposizione e massimizzare il distanziamento possibile.
Una situazione che è sempre in costante divenire, con le prossime settimane che vedranno concretizzarsi le prime misure ufficiali in vista della riapertura.