Un colpevole per l’elefantessa morta con l’ananas pieno di petardi, indagine va avanti

Ammissione di colpa da parte di un contadino indiano che ha ordito la terribile trappola

elefantessa morta

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La storia tragica dell’elefantessa morta dopo aver ingerito un frutto d’ananas pieno di petardi continua a tenere banco. Un primo colpevole sarebbe stato individuato dalle forze di polizia indiane. Allo stesso tempo, nuovi dettagli si aggiungerebbero proprio all’evento che ha visto la fine prematura di un bellissimo esemplare per mano dell’uomo (anche se come appurato oramai, per via indiretta).

Un primo approfondimento sulla vicenda era stato già trattato sulle pagine di OM. Ora, secondo quanto riportato pure su La Stampa, sarebbe stato eseguito un primo arresto proprio per il caso dell’elefantessa morta. Si tratterebbe solo di un primo colpevole identificato come P. Wilson. L’individuo avrebbe collocato delle trappole nel suo terreno adibito a piantagione di colla nella regione Indiana del Kerala, principalmente con l’obiettivo di allontanare cinghiali. Ci sarebbe stata una prima ammissione di colpa dell’indagato che avrebbe parlato di noci di cocco e non di ananas riempiti con esplosivo.

La responsabilità dell’episodio, tuttavia, non sarebbe solo attribuibile al primo arrestato, La stessa tipologia di trappole mortali sarebbe stata utilizzata anche da almeno altri due contadini secondo quanto dichiarato pure da Afp Surendra Kumar, capo guardiano della fauna selvatica del Kerala.

L’episodio dell’elefantessa morta con l’ananas o altro frutto pieno di petardi ha indignato tutto il mondo per la brutalità degli uomini che hanno ordito il marchingegno. L’esemplare di 15 anni, purtroppo, avrebbe vissuto una lenta e terribile agonia. Il suo ritrovamento risale al 25 maggio ma la terribile esca deve aver devastato il corpo dell’animale anche diversi giorni prima, lasciandolo senza la possibilità di bere e di mangiare. Una terribile fine per la quale è necessario fare giustizia. Le indagini proseguiranno ancora e probabilmente anche gli altri due indiziati verranno fermati. La pratica di lasciare frutti pieni di esplosivo per gli animali selvatici potrebbe così finalmente trovare un freno.