I concerti all’Arena di Verona ridimensionati ma con 3000 posti. Questa è la richiesta di Fondazione Arena e del Comune di Verona, che avrebbero già predisposto un progetto per garantire tutte le misure di sicurezza conformi alla Fase 2.
Si tratta della richiesta di una deroga al limite imposto di 1000 posti, con il quale i concerti non potrebbero tenersi per i costi che diventerebbero insostenibili con un pubblico così ridotto. Da qui, la richiesta di una deroga.
Federico Sboarina, Sindaco di Verona e Presidente della Fondazione Arena, insieme alla sovrintendente Cecilia Gasdia, hanno deciso di consegnare le loro richieste ai loro rappresentati in Parlamento, che dovranno discutere del caso nei prossimi giorni.
Il Decreto Rilancio stronca tutta la stagione all’Arena di Verona
Le disposizioni del Decreto Rilancio impediscono che la stagione all’Arena di Verona possa essere condotta. Si richiede quindi una revisione della decurtazione del 40% delle produzioni da parte del Fus, che comporterebbe un danno particolarmente ingente alla Fondazione, oltre che di un finanziamento specifico per l’Arena attraverso il fondo di emergenza del MiBact, da 245 milioni, per far fronte ai danni causati dalla cancellazione del Festival.
Il piano per riaprire l’Arena di Verona in sicurezza sarebbe già pronto, con l’accoglienza di 3000 spettatori, in completa sicurezza per il pubblico e per i lavoratori, che da mesi stanno aspettando risposte sul futuro che stanno tardando ad arrivare. Per il momento, tutti i concerti estivi sono stati annullati perché è risultato impossibile organizzare gli eventi mantenendo il limite imposto dal DPCM.
Il numero minimo richiesto in deroga consentirebbe di portare avanti la stagione in una condizione economica ragionevole. La stagione lirica è stata in parte salvata dall’evento Nel Cuore Della Musica, presentato in un’edizione straordinaria per non annullare la stagione lirica che era saltata solo durante le guerre mondiali.
Gli artisti si stanno comunque muovendo per garantire una stagione di musica che non sia completamente in silenzio. L’idea è partita da artisti come Max Gazzè, che si è reso disponibile per organizzare eventi conformi alla Fase 2.